Tentato omicidio sui monti: l’allevatore va ai domiciliari ed evita il braccialetto elettronico

Lo strumento di controllo era stato chiesto dal sostituto procuratore. Il 63enne di Pieve Torina si è avvalso della facoltà di non rispondere sull’aggressione ai danni del cacciatore di Fiuminata

Va con il figlioletto ad addestrare i cani. Accoltellato dal proprietario del campo: nella foto Luca Donati con il figlio

Va con il figlioletto ad addestrare i cani. Accoltellato dal proprietario del campo: nella foto Luca Donati con il figlio

Macerata, 14 aprile 2024 – Arresti domiciliari per Giancarlo Ricottini, il 63enne di Pieve Torina accusato di tentato omicidio, per la coltellata inferta al 45enne fiuminatese Luca Donati. Ieri si è tenuta l’udienza di convalida, in collegamento internet tra il carcere di Montacuto, dove Ricottini era detenuto, e il tribunale di Macerata.

Difeso dall’avvocato Calogero Talluto, il 63enne ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, e non ha chiarito i motivi della sua aggressione con il coltello ai danni di un uomo disarmato e del tutto innocuo. Per lui, il sostituto procuratore Enrico Riccioni aveva chiesto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

Ma il giudice Daniela Bellesi, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto solo i domiciliari. Per un po’, Ricottini non potrà uscire né parlare con persone che non siano quelli che risultano residenti a casa sua. Il fatto era successo giovedì pomeriggio a Pieve Torina. Donati era andato ad addestrare i cani di caccia in un’area che viene affittata dai cacciatori proprio per questo scopo. Aveva portato con sé il figlio di 6 anni e un amico 76enne. Ma a un certo punto era arrivato Ricottini con tre cani maremmani, che aveva chiesto ai tre di andarsene, rivolgendosi in particolare in modo minaccioso contro il 76enne.

Donati si era avvicinato per difendere l’amico, tenendo il figlio per mano, convinto che non potessero esserci pericoli. E invece Ricottini avrebbe estratto un coltello e lo avrebbe colpito al torace. Se avesse raggiunto il polmone, per Donati non ci sarebbe stato scampo. Il 45enne, pur di non spaventare il figlio, si è diretto verso l’auto per arrivare all’ospedale di Camerino, sapendo che in quella zona i cellulari non hanno la linea. E in qualche modo, nonostante il sangue che usciva dalla ferita, è arrivato all’ospedale. A quel punto sono intervenuti i carabinieri, che hanno arrestato Ricottini.