Modena, 19 luglio 2010. Una catena umanitaria fatta di uomini e donne che sono riusciti a portare al policlinico di Modena la piccola Fatma, una bambina di 8 anni del kurdistan iracheno bisognosa di cure. Da ieri pomeriggio è ricoverata nel reparto di ematologia del policlinico: con lei c’è la mamma Hassan Akbar, che non la lascia un attimo. La piccola soffrirebbe di talassemia major, la malattia per cui qualche tempo fa è morto il fratellino.

Il caso è stato preso a cuore da Fulgida Barattoni, presidente dell’International Peace Bureau Italia (Ipb) che ha conosciuto la bambina in una delle sue visite all’ospedale di Halabja: «Lo scorso marzo — racconta — la mamma della piccola Fatma, pur non parlando né italiano né inglese, mi aveva rincorsa nel giardino dell’ospedale e guardandomi negli occhi mi aveva fatto capire che la figlia stava morendo».

Così l’associazione ha contattato vari ospedali: il policlinico di Modena ha risposto subito, dando la disponibilità a salvare la bambina. «Abbiamo ricevuto i passaporti in cinque giorni grazie all’impegno dell’ambasciata italiana a Bagdad. Poi, in 24 ore, contattando il ministro degli Esteri iracheno, siamo riusciti a fare emettere i passaporti per mamma e figlia». Fatma ha lasciato l’Iraq sabato sera con un volo per Bologna. Ma alle cinque del mattino, all’aeroporto di Istanbul la bambina è stata bloccata dalla polizia.

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