REDAZIONE MODENA

Assemblea al Wiligelmo: "I ragazzi si sentono soli. Il disagio sfocia in violenza"

Gli iscritti del triennio si sono confrontati con avvocati e padre Stenico "Difficile esprimersi sui problemi, nell’era del cellulare manca il dialogo".

Gli iscritti del triennio si sono confrontati con avvocati e padre Stenico "Difficile esprimersi sui problemi, nell’era del cellulare manca il dialogo".

Gli iscritti del triennio si sono confrontati con avvocati e padre Stenico "Difficile esprimersi sui problemi, nell’era del cellulare manca il dialogo".

"Tra i miei coetanei emerge un forte senso di abbandono che deve essere colmato da altro, a volte da qualcosa di illegale. E’ difficile affrontare il tema della devianza giovanile: capita di parlarne tra di noi, di chiederci come mai si arrivi a certe situazioni, a commettere determinati crimini ma, a volte, l’unica risposta è il silenzio poiché è un tema personale ed è più semplice inviare un messaggio che esprimersi a parole". Era dedicata proprio ad un’analisi del disagio giovanile l’assemblea di istituto delle classi del triennio del liceo Wiligelmo. Gli studenti, dopo la visione del film ’Il ragazzo dai pantaloni rosa’, che narra un terribile caso di bullismo, si sono poi confrontati con gli avvocati della camera penale dell’osservatorio scuole e con il presidente del Ceis, padre Stenico. Ciò che è emerso ieri con forza è la difficoltà di esprimere il disagio, di parlarne e, soprattutto, una solitudine che caratterizza oggi gli adolescenti. Un isolamento che parte proprio tra i banchi. Una studentessa ha raccontato i suoi 8 lunghi anni in cui a scuola si sentiva un fantasma. Altri studenti hanno sottolineato come sia la società a metterli da parte. In tema di reati, poi, i giovani escludono che il carcere possa rappresentare una soluzione. La maggior parte dei ragazzi, infine, non ha nascosto il timore di percorrere le strade del centro storico, visti i numerosi casi di criminalità mentre padre Stenico, parlando agli studenti ha ricordato loro che il disagio giovanile è trasversale e certo non riguarda solo i minori stranieri non accompagnati. "C’è un desiderio di emulazione forte. Ma tra noi non è facile parlarne" ha dichiarato il rappresentante Filippo Tarabusi. La rappresentante di istituto Matilde Pizichini ha sottolineato come le assemblee vengano organizzate per aiutare i ragazzi. "Anche girando per il centro di Modena avvertiamo questa aggressività. L’errore è sempre pensare che siano gli altri a sbagliare". "E’ giusto parlarne perché soprattutto i ragazzi più giovani sono molto sensibili: hanno paura delle opinioni – hanno dichiarato Riccardo Zanni e Alessio Poggioli – Siamo in un periodo dove la tecnologia la utilizziamo anche per fare le piccole cose e se da un lato può essere un bene, dall’altro può rappresentare uno strumento rischioso: allontana dai rapporti umani. Non si va più sotto casa dell’amico ma si prende in mano il telefono". L’avvocato Elena Marastoni, presente insieme ad altri colleghi, sottolinea: "Anche quest’anno i ragazzi del Wiligelmo hanno pensato di invitare noi avvocati per spiegare il funzionamento del processo minorile. Il messaggio che diamo è di non subire le indicazioni degli adulti ma proporre soluzioni". Francesco Orsi, docente di religione del Wiligelmo ha rimarcato come a scuola il tema della devianza giovanile sia affrontato sotto vari aspetti, a seconda delle età. A parlare, poi, Padre Giuliano Stenico, fondatore e presidente Ceis. "E’ fondamentale educare alla sensibilità". Padre Stenico è intervenuto sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati: "La permanenza in comunità è breve e si hanno pochi strumenti di inserimento lavorativo o sportivo. Restano bloccati. Da qui la violenza o l’esatto opposto: la depressione".

Valentina Reggiani