Distruggono la tomba di un bimbo per vendicarsi del padre: condannati

Lo avevano accusato di aver fatto la ‘spia’ alle forze dell’ordine in merito ad una rapina che avevano commesso. Nei guai due nomadi che si erano anche vantati sui social

Devastano la tomba di un bambino per vendetta: condannati. Foto generica di un cimitero; nel riquadro, un poliziotto (foto archivio)

Devastano la tomba di un bambino per vendetta: condannati. Foto generica di un cimitero; nel riquadro, un poliziotto (foto archivio)

Modena, 17 gennaio 2024 – Lo avevano accusato di aver fatto la ‘spia’ alle forze dell’ordine in merito ad una rapina che avevano commesso.

Per vendicarsi avevano quindi distrutto la lapide di suo figlio, morto all’età di soli quattro anni, urinandoci sopra e riprendendosi, per poi postare il video su Facebook. Per il vile e terribile gesto i due, entrambi nomadi di 36 e 47 anni, domiciliati a Modena sono finiti a processo con l’accusa di vilipendio di tombe, sepolcri o urne. Il reato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Ieri uno dei due è stato condannato con rito ordinario a un anno e tre mesi mentre il complice è stato giudicato con rito abbreviato.

L’episodio è avvenuto a maggio del 2020 quando i due imputati, insieme al figlio minorenne di uno dei due, hanno raggiunto il cimitero urbano di San Damaso. Una volta all’interno i tre nomadi hanno cercato la tomba del figlio del ’rivale’, morto all’età di quattro anni nel 2018 per poi commettere vilipendio.

Infatti gli imputati – secondo le indagini – avrebbero non solo deteriorato la croce e la lapide ma anche distrutto i fiori, rimuovendo parte della terra per poi urinarci sopra. Infine i tre avrebbero ripreso la vile azione con il telefonino per poi postarla su Facebook.

La vittima, ovvero il padre del bimbo, così come la moglie dell’uomo si sono resi conto subito di quanto accaduto e hanno sporto denuncia.

Subito sono scattate le indagini che si sono avvalse anche dell’estrapolazione del video pubblicato dagli autori su Facebook.

Gli imputati sono stati alla fine condannati per il gesto.

Pare che appunto i due avessero organizzato il vilipendio della tomba del piccolo per vendicarsi del padre che, a loro dire, li aveva denunciati alle forze dell’ordine dopo che gli stessi avevano commesso una rapina ai danni di un furgone blindato. Inizialmente era finito a processo un quarto nomade, poi assolto dal momento che non ‘figurava’ nel video pubblicato sui social.