VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Infermiera killer a Modena: accusata di omicidio volontario di paziente con SLA

Un'infermiera di Modena è accusata di omicidio volontario di una paziente con SLA. Indagini in corso su possibili altre vittime.

Secondo le indagini condotte dai carabinieri e dal Nas di Parma, l’infermiera avrebbe immesso ripetutamente aria nel dispositivo di accesso venoso collegato al braccio destro della donna, usando una siringa vuota, e in questo modo ne avrebbe provocato la morte (foto d’archivio)

Secondo le indagini condotte dai carabinieri e dal Nas di Parma, l’infermiera avrebbe immesso ripetutamente aria nel dispositivo di accesso venoso collegato al braccio destro della donna, usando una siringa vuota, e in questo modo ne avrebbe provocato la morte (foto d’archivio)

Si sarebbe avvicinata al letto della paziente non per controllare le funzioni vitali, bensì per toglierle la vita. Con una siringa piena d’aria, infatti, ne avrebbe cagionato la morte. Sono pesantissime le accuse nei confronti di una infermiera di 49 anni, impiegata in una struttura per anziani della provincia di Modena che, secondo la procura, avrebbe volontariamente causato il decesso di una paziente 62enne affetta da sclerosi laterale amiotrofica. La donna, sospesa dal servizio, risponde infatti di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, ma anche dall’essere stato commesso con mezzo insidioso, approfittando di circostanze di luogo e di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, ai danni di persona ricoverata in una struttura sociosanitaria residenziale.

Tra i reati contestati, anche la falsità materiale e ideologica continuata commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Il delitto sarebbe stato commesso il 31 maggio, ma non è detto che non vi siano altre vittime della presunta infermiera killer: infatti sono in corso indagini da parte dei carabinieri per capire se la stessa abbia causato il decesso anche di altri pazienti nelle strutture in cui lavorava in precedenza, tra 2020 e 2021.

Sono stati i colleghi della donna, lo scorso maggio, a denunciare la collega dopo averla notata mentre con una siringa vuota insufflava a più riprese aria nel midline collegato al braccio destro della vittima. Parliamo di una donna di 62 anni, affetta da sclerosi laterale amiotrofica e in regime di sedazione profonda mediante cure palliative. Ieri mattina è stata quindi eseguita nei confronti dell’infermiera l’ordinanza di applicazione della misura interdittiva, emessa dal Gip su richiesta della Procura modenese, che ha delegato le indagini ai carabinieri del nucleo investigativo e del Nas.

Gli accertamenti sono scattati immediatamente dopo la segnalazione presentata da una responsabile d’area della residenza per gli anziani che, appunto, aveva raccolto la denuncia di altri infermieri. È possibile presumere, nel caso la colpevolezza della 49enne fosse confermata, che la stessa attraverso il gravissimo gesto credesse in qualche modo di alleviare le sofferenze della paziente? Al momento nulla è dato sapere circa la ‘verità’ dell’indagata, che sabato, nel corso dell’interrogatorio, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. "Prima di poter rendere interrogatorio, attendiamo di prendere visione degli atti", afferma il legale della donna, avvocato Samantha Amodio.

Le indagini sono ora concentrate sul passato lavorativo dell’infermiera: dagli accertamenti è infatti emerso come la stessa, tra 2020 e 2021, quando lavorava in altre strutture, avesse falsificato e alterato cartelle cliniche e prescrizioni farmacologiche redatte dai medici. Nei confronti della donna è scattata quindi la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare professioni di infermiera, operatrice sociosanitaria, assistente ad anziani, segretaria di studi medici o strutture sanitarie e ogni altra attività sanitaria per otto mesi.