"La formazione digitale ci aiuterà a ripartire"

Si chiude il Summer camp gratuito per le studentesse delle superiori che quest’anno, per la prima volta, hanno partecipato da remoto.

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Si chiude oggi l’edizione 2020 di Ragazze Digitali, il Summer Camp gratuito rivolto a ragazze di terza e quarta superiore sui temi fondamentali dell’informatica, organizzato dall’Università con la collaborazione dell’associazione European Women Development Management e il contributo della Fondazione di Modena; un progetto che quest’anno si è tenuto interamente in modalità online e che, dopo sette edizioni, rimane unico sul territorio nazionale.

La forma di partecipazione da remoto, nonostante abbia rappresentato una grande sfida sia per le ragazze che per gli organizzatori, ha permesso di abbattere le barriere territoriali, come testimonia la presenza di numerose partecipanti da fuori regione e da città quali Firenze, Torino e Pordenone.

A sottolineare il carattere innovativo dell’iniziativa si aggiunge il fatto che, per il secondo anno, la formazione delle ragazze del terzo e quarto anno delle superiori coinvolte è stata interamente affidata ad un gruppo di ragazzi universitari (Andrea, Camilla, Chiara, Federica, Federico, Francesco, Jacopo, Lisa, Vincenzo) che si sono auto-organizzati.

Michele Colajanni, coordinatore dell’iniziativa insieme a Claudia Canali, ha commentato: "E’ un ritorno senza eguali aver offerto l’opportunità ai giovani di formare altri giovani. Questa buona pratica andrebbe estesa a tutti i settori di questo amato Paese. La ripartenza passa dai giovani, non c’è dubbio".

I contenuti didattici del camp sono stati adattati alla nuova modalità online, per continuare ad offrire come nelle edizioni precedenti un approccio divertente e creativo all’apprendimento dell’informatica, mantenendo attività basate sul lavoro di gruppo. Le 75 ragazze partecipanti sono state divise in due percorsi paralleli: uno sulla programmazione di videogiochi (Ada), l’altro sullo sviluppo di siti Web.

"Le ragazze hanno appreso non solo il linguaggio per la realizzazione di pagine web – ha aggiunto Colajanni -, ma anche la capacità di lavorare in gruppi e di risolvere problemi a distanza. Tramite Google Meet, è stato simulato il passaggio tra i banchi, creando sei diverse aule virtuali, una per ogni gruppo, in cui lasciare lo spazio alle ragazze di confrontarsi tra loro, ma anche di poter interagire con i tutor in caso di difficoltà".

"Tutti questi giovani meritano il nostro plauso, ma adesso si apre la sfida più difficile. Ritengo sia un nostro dovere operare per far sì che certe energie non vadano disperse, offrendo a questi coraggiosi docenti ventenni e a queste validissime studentesse le opportunità e le posizioni che meritano nella società digitale" ha concluso Colajanni.