
La delibera è stata approvata lunedì dalla maggioranza
Modena, 24 luglio 2025 – Trasformare temporaneamente la destinazione d’uso degli uffici sfitti per incrementare l’offerta abitativa in affitto a prezzi calmierati in città: è questo l’obiettivo finale dell’avviso pubblico e dello schema di convenzione approvati lunedì in Consiglio comunale. L’avviso pubblico servirà infatti per raccogliere manifestazioni di interesse per la creazione di un albo degli immobili attualmente destinati a uffici per il cambio di utilizzo temporaneo per finalità pubblica a residenza. Tale albo, gestito dall’Amministrazione Comunale attraverso il Servizio di Agenzia Casa, ha lo scopo di individuare immobili sfitti che possano essere assegnati a coloro che cercano casa, e hanno difficoltà a trovare alloggi autonomamente, con un canone più basso rispetto alla media del mercato e senza cauzione. A farsi da garante è il Comune stesso che, attraverso Agenzia Casa, prende direttamente in affitto gli alloggi per almeno cinque anni e fino a un massimo di dieci, dopo la stipula di una convenzione che regola l’uso temporaneo dell’immobile.
La delibera è stata presentata dalla vicesindaca Francesca Maletti ed è stata approvata con il voto a favore di Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 stelle, Modena Civica e Fratelli d’Italia. Astenuti Lega Modena, Forza Italia e Modena in ascolto. Il cambio di destinazione d’uso temporaneo con finalità pubblica si configura nella cornice normativa tracciata dal Pug del Comune e dalla legge regionale ed è inserito nell’ambito del Piano Casa, uno strumento che mira a garantire il diritto all’abitare e a favorire l’accesso alla casa: "La casa a Modena è un problema non solo per i cittadini meno abbienti o per una singola categoria di persone, ma per una fascia sempre più ampia e diversificata di popolazione - afferma Francesca Maletti -. Accanto a nuclei e singoli in difficoltà economica ci sono sempre più famiglie con reddito che non riescono ad accedere al libero mercato, lavoratori e studenti fuori sede". Da queste premesse ha preso il via il percorso che consente di destinare alla locazione immobili del terziario attraverso un cambio di utilizzo temporaneo: "Stimiamo, infatti – continua Maletti - che, dei 3.800 locali adibiti a ufficio che ci sono in città, oltre la metà siano sfitti".
Il cambio d’uso può avvenire, quando ammesso dal piano urbanistico generale, nei tessuti urbani della città storica, ovvero nel centro urbano più antico e nella periferia storica; nei contesti prevalentemente residenziali e terziari della città da qualificare ad esclusione dei contesti produttivi, dei grandi poli commerciali; della città in trasformazione e della città pubblica, dove si concentrano gli edifici specialistici e le attrezzature pubbliche e i servizi privati di alta specializzazione. La possibilità di trasformazione dell’uso a residenza temporanea non è ammessa ai piani terra degli edifici aderenti a spazi pubblici, se non come collegamento all’unità abitativa posta al piano superiore e in assenza di accesso diretto dallo spazio pubblico, e ai piani terra degli edifici in centro storico, con esclusione delle corti interne.