Morte di Laila, il giudice: le accuse non cambiano

Camposanto, via al processo contro gli imprenditori della Bombonette. Rigettate le richieste della difesa di annullare alcuni capi d’imputazione.

Morte di Laila, il giudice:  le accuse non cambiano

Morte di Laila, il giudice: le accuse non cambiano

E’ iniziato ufficialmente ieri (dopo la prima udienza subito rinviata a gennaio) il processo per la terribile morte sul lavoro di Laila El Harim, la mamma di 40 anni schiacciata da una fustellatrice il 3 agosto del 2021 all’interno dell’azienda Bombonette di Camposanto.

A giudizio, per omicidio colposo in concorso con l’aggravante della violazione delle norme antinfortunistica, sono finiti gli imprenditori Fiano e Jacopo Setti, nonno e nipote, titolare il primo e responsabile della sicurezza il secondo dell’azienda in cui si verificò la tragedia oltre alla Bombonette in qualità di soggetto giuridico.

Nella precedente udienza il giudice si era riservato di decidere su eccezioni che avevano sollevato i difensori degli imputati, volte ad annullare alcuni capi di imputazione in particolare per quanto riguarda la responsabilità del nipote Jacopo.

Secondo la difesa, infatti, l’imprenditore non avrebbe avuto alcuna funzione relativa alla sicurezza ma le eccezioni sono state rigettate.

Contestualmente ieri sono state ammesse le liste testimoni: la pubblica accusa ne ha indicati nove, tra cui i tecnici del servizio di prevenzione subito intervenuti sul posto a seguito dell’infortunio fatale.

I legali degli imputati hanno sottoposto la loro lista testimoni tra cui consulenti tecnici di parte ed entrambe le parti si sono riservate la produzione di documentazione; il pm ha chiesto che siano sentiti anche gli imputati.

La prossima udienza è fissata per il 26 giugno: in quella data saranno sentiti i primi testimoni dell’accusa.

La famiglia della vittima è assistita dallo studio 3A e dallo studio dell’avvocato Eugeni.

Valentina Reggiani