DANIELE PETRONE
Cronaca

Morto annegato ai laghi, la madre chiede rispetto: “È stata una fatalità”

La famiglia del 25enne replica alla versione degli amici e mette il punto "Basta pensare a un delitto, abbiamo fiducia nei carabinieri e nei medici"

Modena, 29 agosto 2023 – “Per noi stava facendo il bagno ed è annegato. È stata una tragedia, non c’è nulla da scavare dietro a tutto questo. Dio ha voluto così, ora aspettiamo solo che ci diano l’ok per i funerali e lo porteremo in Tunisia". Vuole mettere un punto al dolore la madre di Mohamed Saleh Ben Ayed – per tutti ’Ben’ o ’Salah’ – il 25enne tunisino, residente a Rubiera, trovato senza vita giovedì pomeriggio nei laghetti Curiel di Campogalliano.

Mohamed Saleh Ben Ayed
Mohamed Saleh Ben Ayed

La famiglia ha deciso di replicare alle "chiacchiere" – così le definiscono – di questi giorni, in particolare degli amici. "Non pensiamo che sia stato ucciso", dice la madre, contrariamente allo sfogo del padre Mohamed immediatamente dopo la tragica notizia. "Lo so che ha detto così, ma è stato un momento di debolezza iniziale quando abbiamo saputo della morte di nostro figlio. Cercate di capirci...", puntualizza la mamma. E poi continua: "Abbiamo fiducia nei carabinieri e nella magistratura così come dei medici che voglio ringraziare. Ci hanno detto che non c’erano tagli o segni di violenza sul corpo. È stata una fatalità, forse si sarà sentito male. Ma non importa, Allah ha voluto così. Ho letto che alcuni hanno detto che le persone che erano con lui ai laghi non fossero suoi amici. E che qualcuno lo aveva minacciato. Ma non è così. Sono bugie. Ora invito tutti a rispettare la nostra sofferenza. Vogliamo solo portare la sua salma al nostro Paese e salutarlo come si deve. Poi quando torneremo in Italia, a mente fredda analizzeremo tutto e parleremo...", conclude lasciando il discorso in sospeso.

Restano comunque alcuni interrogativi sulle cause della morte. Un malore improvviso? Oppure una ‘festicciola’ in riva ai pericolosi laghetti Curiel finita male con la droga? Gli inquirenti sin dall’inizio propendono più per quest’ultima ipotesi, ma le risposte potranno arrivare solo dall’autopsia. Il corpo di Salah è stato infatti sottoposto ad un esame diagnostico dai professori dell’istituto di medicina legale di Modena su disposizione della procura titolare del fascicolo d’inchiesta. Ora il feretro si trova all’obitorio di Coviolo, nel reggiano, in attesa del nullaosta per restituirla alla famiglia, la quale ha già contattato consolato e ambasciata tunisina per il rimpatrio al fine di organizzare i funerali col rito islamico nella loro città di Sfax.