
di Stefano Luppi
Anche se l’Italia resta lo stato con le maggiori restrizioni anticovid in Europa, da oggi diciamo addio, o quasi, a due capisaldi nella lotta alla pandemia: il green pass e le mascherine. Ma con dei limiti, il certificato verde infatti resta per chi entra in visita in ospedali ed Rsa mentre la copertura di naso e bocca resterà obbligatoria in cinema, teatri, bus e treni fino al 15 giugno. Le novità vere, dunque, sono due: appunto lo stop al green pass per bar e ristoranti e fine della obbligatorietà della mascherina anche negli esercizi commerciali, negli uffici e attività. Questa seconda protezione, però, nelle carte ministeriali viene ancora "raccomandata", ma resa non obbligatoria e vale dunque la pena di comprendere la posizione di baristi e ristoratori. "Noi dietro il bancone – dice Alessandro Serpico del bar pasticceria Cattedrali – abbiamo deciso ancora per un po’ di portare la mascherina visto che sono certo che a tanti clienti non farà piacere vedere subito tutto il personale servire al tavolo senza la protezione. Certo, non vediamo l’ora di togliercela perché è faticoso lavorare così". In Sant’Eufemia si incontra Simone Valli, titolare della Salumeria con cucina: "Per quanto riguarda il green pass sono felice che non si controlli più, ma i nostri clienti si sono sempre comportati benissimo. La mascherina? Essenziale, senz’altro utilissima perché se tutti ci ammaliamo qua chiudiamo e perciò subito continueremo ad usarla anche vedendo il numero dei contagi che resta non basso". In corso Canalchiaro c’è la barista Katia Daniele di Chiaro Cafe’, secondo cui "il periodo del green pass è stato difficile anche perché qualcuno non l’accettava e serviva tempo per controllarlo. Per la mascherina noi siamo felicissimi, non se ne può davvero più e noi la aboliremo anche perché qui la porta è sempre aperta e l’aria circola". Pochi passi fino al bar "Zero5nove" di Rocco Lillino Corina che spiega: "Io per la mascherina lascio la libera scelta ai clienti, per quanto riguarda noi lavoratori vedremo. Certo è un bel disagio lavorare così". La mascherina dunque resta un po’ il simbolo delle protezioni anche se in tanti stati europei, in alcuni casi da mesi, essa è già stata ridimensionata.
Negli spazi di piazza Grande, infine, c’è Gian Marco Goldoni di ’In vino veritas’ che assicura "finalmente non controlliamo più il green pass e cercheremo di stare il più attenti possibile per quanto riguarda le protezioni. Certo non le nascondo che tutti siamo molto stufi, lavorando a locale pieno dodici ore al giorno e a volte ce la toglieremo. Speriamo sia finita, per sempre". Anche le associazioni di categoria, dopo il via libera alle novità decise dal governo Draghi, si stanno organizzando per le consuete informazioni che tanti aderenti richiedono. "È il punto di svolta atteso da tempo dal commercio, dalla ristorazione, dalla ricettività. – commenta Tommaso Leone, presidente provinciale di Confcommercio Modena – Ci lasciamo alle spalle mesi molto difficili. Ora, nonostante il contesto economico nazionale sia condizionato negativamente dalle tensioni sui mercati internazionali, dobbiamo tornare a guardare con fiducia al futuro. Naturalmente l’auspicio è che si torni definitivamente alla normalità visto che il Paese è stremato".