di Vincenzo Malara
Centro storico, notte fonda. Tutto tace, le strade sono (apparentemente) deserte. Per arrivare a casa sono sufficienti cinque minuti a piedi, ma basta un incontro sbagliato per rimanere traumatizzate per sempre. A Modena sono in media cinque le donne che ogni giorno, temendo per la propria incolumità, chiedono a un conoscente di accompagnarle in auto sotto la loro abitazione nel cuore cittadino, anche se il conducente è sprovvisto di permesso per accedere all’area Ztl.
Nessuna violazione, tutto regolare, le sentinelle elettroniche – gli inflessibili city-pass pronti a multare chiunque entri in centro senza autorizzazione – sono pronte (è il caso di dirlo) a chiudere un occhio grazie al servizio ad hoc attivato dal Comune di Modena, addirittura quindici anni fa. Nello specifico, per ottenere il permesso di accompagnare a casa una donna sola senza incappare nella famigerata sanzione è sufficiente, tramite una procedura online, comunicare alla polizia municipale il transito in Ztl prima dell’ingresso o entro le 48 ore successive al passaggio. L’iter, velocissimo, è a prova di ‘furbetti’, con tanto di Spid obbligatoria e la registrazione di tutti i dati necessari ad identificare accompagnata e accompagnatore. A monitorare il corretto uso del servizio – attivabile tra le 20 e le 6 del mattino - ci sono anche le telecamere della videosorveglianza comunale, che vigilano sul transito dei mezzi autorizzati, accertando inoltre che auto e moto non procedano sulle ‘corsie riservate’, a meno che le donne non siano residenti o domiciliate in questi particolari punti del centro storico.
Il servizio, lanciato dall’Amministrazione modenese proprio per aumentare la sicurezza delle cittadine che rientrano a casa di notte ed evitare così aggressioni, si dimostra vincente, come confermano i numeri più recenti diffusi nei giorni scorsi: nei primi sette mesi di quest’anno, infatti, sono stati quasi 1200 (1169 per l’esattezza) i permessi concessi dal Comune di Modena per questa tipologia di richiesta, 167 di media ogni mese, 5,5 su base quotidiana. Il fenomeno ha raggiunto il picco tra 2015 e il 2016, quando la media aveva sfiorato quota 8 autorizzazioni a notte dopo un incremento progressivo avviato nel 2012 (1.432 permessi, poi 2.159 nel 2013 e 2.479 nel 2014). Dopo il calo dovuto al periodo del Coronavirus, la ripresa delle richiesta nel 2023 è netta, segno di come il servizio sia diventato una delle ‘armi di autodifesa’ più apprezzate dalle donne modenesi che vivono in centro e non hanno la possibilità di parcheggiare sotto casa.
"Si tratta di un’opportunità molto semplice e di facile utilizzo, che consente di superare il timore di rincasare sole di notte – spiega l’assessore al Centro Storico del Comune di Modena, Andrea Bosi -. È un servizio attivo da anni che è giusto far conoscere ancora meglio". Insomma, dove non arrivano le telecamere e le forze dell’ordine, a Modena esiste una sorta di ‘corridoio invisibile’ che, al pari di altri mezzi di prevenzione non sempre funzionali e puntuali, garantisce di raggiungere senza (incontri) imprevisti la propria abitazione, in un periodo storico in cui la sicurezza nei centri cittadini appare più fragile che mai.