Omicidio Castelfranco: uccide col fucile moglie e figlia, poi va al bar: "Arrestatemi"

Salvatore Montefusco non accettava il divorzio. Si salva il figlio più piccolo

Modena, 14 giugno 2022 - Si stava avvicinando il giorno che più temevano: quello dell’udienza della separazione. Sapevano che lui avrebbe fatto di tutto per non lasciare loro la casa. Non potevano certo immaginare, però, che – al rientro da un colloquio con gli avvocati – sarebbe arrivato ad ucciderle a sangue freddo nella villetta gialla che anni fa aveva costruito per la famiglia. Il silenzio della campagna di Castelfranco è stato interrotto ieri a mezzogiorno dai colpi d’arma da fuoco sparati contro mamma e figlia, 47 e 22 anni. Lui, Salvatore Montefusco, 69 anni, imprenditore edile in pensione, ha puntato il fucile a canne mozze prima contro la figlia della donna, Renata Alexandra, in giardino, e poi contro la moglie, Gabriela Trandafir, e ha fatto fuoco "ripetutamente".

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Le vittime Renata Alexandra e Gabriela Trandafir
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Il figlio minore della coppia ha cercato di difendere la madre facendole scudo, ma l’uomo è riuscito a trascinarla via e a freddarla in cucina, come ha ammesso durante l’interrogatorio.

Poi Montefusco si è diretto al bar e ha chiesto alla titolare di preparargli il caffè e di chiamare i carabinieri. ‘Ho ammazzato mia moglie e mia figlia – ha annunciato con gli abiti intrisi di sangue – ma non voglio far più male a nessuno. Venite a prendermi’.

Sono le 12 circa e uno dei residenti delle villette a schiera di via Cassola di Sotto, a Cavazzona di Castelfranco, avverte colpi d’arma da fuoco. L’uomo intuisce subito che qualcosa di orribile deve essere successo e allerta i carabinieri. Si affaccia alla finestra e nota un ragazzino, il figlio della coppia (17 anni), unico superstite, correre all’esterno dell’abitazione.

Intanto l’assassino si reca alla caffetteria Donatella e Gabriele, in via Emilia Est e, con i vestiti intrisi di sangue, entra all’interno, come racconta uno dei titolari. "Fammi un caffè e muoviti – ha intimato a mia sorella – poi dammi il telefono, in fretta. Mia sorella ha chiamato i carabinieri con il vivavoce e lui ha detto: ho ammazzato mia moglie e mia figlia e non voglio più far male a nessuno. Era pieno di sangue, non connetteva. Una volta che ha chiamato i militari si è seduto a terra, da solo, nel parcheggio del Famila e si è bevuto il caffè. Quando i carabinieri sono arrivati ha alzato le mani e si è aperto la camicia, per mostrare di essere disarmato. Mia sorella da una scena così non si riprenderà: ha temuto che la volesse uccidere anche se, con tutto quel sangue addosso, inizialmente abbiamo temuto fosse vittima di un incidente".

Montefusco viene quindi accompagnato in caserma, a Castelfranco, e interrogato alla presenza del proprio legale, Marco Rossi, fino a tarda sera. L’uomo, arrestato in flagranza di reato, deve rispondere di duplice omicidio volontario aggravato dalla parentela con le vittime ma sarà valutata anche l’eventuale premeditazione.

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Cos’è successo nella villetta del massacro?

Pare che la situazione tra i coniugi fosse tesa da tempo, soprattutto per quella casa che, in vista della separazione, Gabriela aveva annunciato di voler vendere prima di trasferirsi in Veneto, da parenti. "Finalmente te ne vai" gli avrebbero detto madre e figlia ieri dopo il colloquio con gli avvocati. Lui, che aveva intestato l’abitazione ai figli (considerava anche Renata sua figlia a tutti gli effetti, anche se nata da una precedente relazione di Gabriela) ma non voleva separarsene, ha preso il fucile e fatto fuoco.

L’epilogo peggiore a una scia di violenze. La donna, infatti, aveva presentato denuncia in procura a Modena contro Montefusco, accusandolo di maltrattamenti, atti persecutori, appropriazione indebita e furto, oltre che di aver installato un gps sotto l’auto.

A sua volta il pensionato aveva denunciato moglie e figlia per maltrattamenti e lesioni.

Ma l’indagine, relativa alle denunce della vittima, stava per essere archiviata. Gabriela aveva presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e l’udienza era prevista per oggi davanti al Gip. Anche il procedimento per atti persecutori era stato definito con richiesta di archiviazione. Sempre oggi avrebbe dovuto svolgersi appunto la prima udienza di separazione tra i coniugi. Ma ieri mattina Montefusco (al quale pare fossero state sequestrate le armi) ha imbracciato il fucile con matricola abrasa e ammazzato prima la figlia e poi la moglie, pare a seguito di un litigio. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto i corpi delle vittime giacevano a terra, tra la porta della cucina e il giardino curatissimo sul retro.

Sul posto sono intervenuti gli uomini dell’arma di Castelfranco, la scientifica così come il tenente colonnello Paolo Bigi, comandante del reparto operativo del comando provinciale. Le due salme sono state poi trasferite in medicina legale, a disposizione dell’autorità giudiziaria.