Omicidio Castelfranco Emilia, chi è il killer Salvatore Montefusco

L'imprenditore ha ammazzato la moglie e la figlia di lei. La sua paura, perdere la casa: non voleva che la donna vendesse l’immobile. Negli anni ’90 si ribellò ai camorristi e fece arrestare 18 persone

Modena, 14 giugno 2022 - Gli anni Novanta si erano appena conclusi e, contestualmente, avevano preso piede tra Bastiglia, Sorbara, Bomporto, Castelfranco e Modena le estorsioni ai danni di imprenditori edili da parte di camorristi casalesi.

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Salvatore Montefusco all’epoca era una delle vittime ma, all’ennesima richiesta di ‘pizzo’, invece di piegarsi alle richieste estorsive impugnò l’arma e fece fuoco. Dopo di che collaborò con la polizia, permettendo alla squadra Mobile di concludere la prima grande operazione contro i camorristi casalesi.

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Salvatore Montefusco
Salvatore Montefusco

Infatti, nell’ambito dell’inchiesta Zeus finirono in carcere 16 persone. Negli anni l’imprenditore aveva così continuato a lavorare, portando avanti l’azienda edile e costruendo quelle villette a schiera di cui andava tanto fiero.

"La casa io non gliela lascio" aveva dichiarato recentemente agli amici, parlando di Gabriela. Quell’abitazione di cui aveva l’usufrutto (la nuda proprietà era dei figli) era diventata per Salvatore un’ossessione tanto da temere l’udienza prevista per oggi. E’ un profilo che ‘descrive’ un uomo burbero, un padre-padrone ma anche un lavoratore instancabile quello del 69enne che ha ammazzato brutalmente la moglie e la figlia (non era la figlia naturale ma la considerava tale), ieri, nelle campagne di Castelfranco.

Il pensionato, di San Cipriano D’Aversa, aveva conosciuto Gabriela circa vent’anni fa ed era iniziata una relazione, pur avendo l’uomo una moglie e tre figli con i quali viveva a Riolo.

Montefusco, per tutti ‘il turbo’, aveva continuato a vivere nel suo podere con la famiglia e con i suoi cavalli, un’altra delle sue passioni.

Qualche anno dopo, però, Gabriela era rimasta incinta del secondo figlio ed il 69enne aveva deciso di ufficializzare la relazione.

Pare che in quegli anni avesse deciso di adottare anche Renata (nata da una precedente relazione di Gabriela), al fine di darle il suo cognome.

Contestualmente aveva costruito la villetta di Cavazzona, intestandola ai figli.

Per anni aveva però continuato a vivere con la ex moglie e i tre figli avuti da lei, facendo la ‘spola’ tra le due case.

Solo due anni fa o poco più aveva sposato la vittima ma non molto tempo dopo il rapporto si era incrinato tanto che le liti, violente, erano spesso seguite dall’intervento dei carabinieri. Gabriela lo aveva denunciato quel marito che in tanti hanno descritto come violento e ‘padrone’: aveva denunciato i maltrattamenti, gli atti persecutori, le minacce ma le sue richieste d’aiuto stavano per essere archiviate.

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Oggi sarebbe stata in programma l’udienza davanti al Gip ma Gabriela non saprà mai se il giudice le avrebbe dato ragione.

Ieri Salvatore Montefusco ha afferrato il fucile a canne mozze, con matricola abrasa e ha sparato ripetutamente contro le due vittime; prima la figlia e poi la moglie. Infine, con i vestiti grondanti di sangue, ha avvisato i carabinieri e confessato l’atrocità.