Omicidio a Castelfranco, uccide moglie e figlia a 24 ore dal divorzio

Orrore in una villetta di via Cassola di Sotto. Le vittime sono Gabriela Trandafir, 47 anni e sua figlia Renata di 22. Fermato il marito Salvatore Montefusco, 69 anni: "Le ho colpite ripetutamente"

Castelfranco (Modena), 13 giugno 2022 - Duplice femminicidio oggi a Cavazzona, frazione di Castelfranco Emilia (Modena) in via Cassola di Sotto. Due donne, madre e figlia sono state trucidate a colpi di fucile intorno alle 12. Si tratta di Gabriela Trandafir, 47 anni di origine romena e della figlia Renata di 22. "Gabriela aveva paura", racconta in lacrime un'amica della donna.

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Oggi era attesa la sentenza per la separazione di Gabriela e del marito, Salvatore Montefusco, 69 anni, imprenditore edile di origini campane, ora in stato di fermo in caserma. L'uomo le avrebbe uccise in cucina, sulla porta che dà sul giardino della villetta. Poi avrebbe fatto scattare l'allarme telefonando da un bar di Castelfranco: raggiunto dai carabinieri è stato quindi portato in caserma in stato di fermo. 

Nel corso di un lungo interrogatorio Montefusco ha ammesso di aver sparato ripetutamente prima alla figlia della moglie, e poi a lei, Gabriela, uccidendole entrambe. Lo riferisce il procuratore di Modena, Luca Masini, spiegando anche che l'uomo è stato arrestato in quasi flagranza dai carabinieri e sarà portato in carcere, con l'accusa di duplice omicidio pluriaggravato. Ha sparato con un fucile a canna mozza, matricola abrasa. L'uomo è stato interrogato alla presenza dell'avvocato difensore Marco Rossi, che non ha fatto dichiarazioni.

Le due vittime Renata di 22 anni e Gabriela di 47 e il marito Salvatore Montefusco
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A trovare le due donne  sono stati i carabinieri entrati nella loro villetta intorno a mezzogiorno (video). Per Gabriela e Renata non c'era più nulla da fare. I sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.   

Il marito della 47enne sottoposto a fermo

Il responsabile è in stato di fermo nella caserma di Castelfranco Emilia: si tratta di Salvatore Montefusco, 69 anni, di origini campane, marito di Gabriela Trandafir

Il movente

Domani ci sarebbe dovuta essere la sentenza di separazione della coppia. La figlia Renata, uccisa a colpi d'arma da fuoco insieme alla madre Gabriela era spaventata. A raccontarlo è la stessa amica con cui ieri era andata ieri a Cattolica. "Diceva che lui era capace di tutto - dice tra le lacrime la ragazza fuori dal cancello della villetta teatro della tragedia -. Era terrorizzata". Il movente su cui stanno lavorando i carabinieri sarebbe quindi quello della crisi coniugale.   A dare l'allarme, oltre all'uomo fermato poi in caserma, anche alcuni vicini, che hanno udito le grida e gli spari. Questa la ricostruzione su cui stanno lavorando i carabinieri del nucleo investigativo di Modena, insieme ai colleghi della Tenenza di Castelfranco.

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Il terrore in quella casa

Renata temeva il patrigno, diceva che aveva paura di lui, era angosciata dall'idea che proprio oggi, quando era in programma un'udienza decisiva per la separazione, lui avrebbe potuto fare qualcosa di brutto alla madre che negli ultimi tempi viveva quasi come segregata in casa, potendo uscire solo se accompagnata appunto dal marito.

Così raccontano i vicini di casa,  gli stessi che poco dopo le 12 hanno udito le urla e i colpi di arma da fuoco chiedendo aiuto. Sono in corso accertamenti sull'arma, che non risulterebbe regolarmente detenuta e si stanno verificando i suoi precedenti, in particolare se la moglie avesse o meno presentato una denuncia per comportamenti violenti, in precedenza.

Anche la figlia Renata, 22 anni, soffriva del rapporto tra la madre e il marito ormai al capolinea. "Diceva che lui era una persona cattiva", ha raccontato una vicina. Il suo rapporto con il patrigno non era facile, litigavano spesso, tra le altre cose perché lui non le faceva usare la macchina.

Renata studiava moda all'università, ma intanto cercava lavoro, proprio oggi avrebbe avuto un colloquio. Le piaceva giocare a calcio e nel weekend appena trascorso era stata a un torneo con le amiche, in Romagna. In casa con loro viveva anche un altro ragazzo, minorenne, figlio di Gabriela e Salvatore. Non è chiaro se fosse presente o meno al momento degli omicidi.

Il sindaco di Castelfranco: "Inammissibile"

"Sgomento. È quello che provo dopo aver appreso la notizia del duplice omicidio di due donne nel nostro Comune", ha detto il sindaco di Castelfranco, Giovanni Galgano. "Quanto accaduto è inammissibile, ingiustificabile: esprimo a nome di tutta la città la più ferma condanna", ha detto ancora il primo cittadino. 

Le reazioni politiche

"Sconcerto, dolore e rabbia per l'ennesimo, inaccettabile atto di violenza ". Così l'assessora alle Pari opportunità della Regione Emilia- Romagna, Barbara Lori interviene sul femminicidio di Castelfranco Emilia, nel modenese. "Occorre tuttavia andare oltre al dolore e alla rabbia - aggiunge l'assessora regionale - e passare ad un'azione concreta, ad una sinergia tra le Istituzioni per affrontare questa piaga non degna di un paese civile, promuovendo innanzitutto un cambiamento culturale, quanto mai necessario e urgente" .