PAOLO TOMASSONE
Cronaca

Pedemontana di Modena, i 3 chilometri che chiudono (finalmente) l’opera: “Bologna e Reggio più vicine”

Inaugurata l’arteria attesa da decenni che è una valida alternativa all’autostrada e potrebbe rivoluzionare gli spostamenti sul territorio. Il presidente Braglia: “Risposta importante al problema dei pendolari e del trasporto pesante”

L’inaugurazione dell'ultimo tratto della Pedemontana quello che da Cà di Sola arriva fino a via del Cristo a Castelnuovo Rangone, chiudendo finalmente il cerchio di un progetto iniziato negli anni Settanta

L’inaugurazione dell'ultimo tratto della Pedemontana quello che da Cà di Sola arriva fino a via del Cristo a Castelnuovo Rangone, chiudendo finalmente il cerchio di un progetto iniziato negli anni Settanta

Modena, 12 giugno 2025 – Tre chilometri che valgono oro. Tanto basta per completare un’opera attesa da decenni e trasformare definitivamente la viabilità del territorio modenese. Ieri pomeriggio è stato inaugurato l’ultimo tratto della Nuova Pedemontana, quello che da Cà di Sola arriva fino a via del Cristo a Castelnuovo Rangone, chiudendo finalmente il cerchio di un progetto iniziato negli anni Settanta.

Un nastro di asfalto apparentemente modesto – poco meno di tre chilometri – ma dal valore strategico inestimabile: ora Modena è collegata direttamente con le province di Bologna e Reggio Emilia attraverso un asse viario di 27 chilometri che promette di rivoluzionare gli spostamenti tra i territori. Non a caso, alla cerimonia di ieri si sono presentati tutti i big dell’economia locale. Una rappresentanza di Confindustria Ceramica e Davide Abate, Chief Industrial Officer di Ferrari, in prima fila: segno tangibile di quanto il mondo imprenditoriale – dalle ceramiche di Sassuolo alle meccaniche della Motor Valley – attendesse questa svolta. Per le aziende del territorio, infatti, la Pedemontana rappresenta una boccata d’ossigeno per la logistica e i trasporti, alleggerendo il carico sull’autostrada del Brennero.

“Il segreto è l’interconnessione che mancava”, spiega il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia. “Praticamente l’ultimo tratto senza il quale non si riusciva a collegare Reggio con Bologna e Modena. Con questa infrastruttura diamo una risposta importante al problema del trasporto pesante, che ora potrà essere dirottato qui attraverso le nuove ordinanze sulle strade provinciali”.

Il risultato? Un’alternativa concreta all’autostrada che alleggerisce la pressione sul Brennero. Dietro questi tre chilometri c’è una storia di resistenza e determinazione. L’opera, costata 15 milioni e 850mila euro (di cui 4 milioni finanziati direttamente dalla Provincia), è stata realizzata dalla ditta Frantoio Fondovalle di Montese in tre anni di cantieri che non si sono mai fermati. Nemmeno durante le alluvioni del 2023 e 2024. “Non è banale oggi inaugurare un nuovo asse viario ex novo”, conferma Annalisa Vita, ingegnere capo della Provincia. “Sono opere rare per la complessità ambientale e burocratica”.

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Il tratto inaugurato è di poco meno di tre chilometri ma ora Modena è collegata direttamente con le province di Bologna e Reggio Emilia attraverso un asse viario di 27 chilometri

Eppure questo tratto non è solo asfalto: racchiude il ponte sul torrente Nizzola, sottopassi per le aziende agricole, opere idrauliche e tre rotatorie. Una strada progettata per resistere agli eventi estremi che hanno già sfidato il territorio. Ma i vantaggi non si fermano alle imprese. La nuova arteria cambierà la vita quotidiana di migliaia di pendolari, alleggerendo il traffico nei centri abitati di Settecani, Solignano Nuovo e sulle vie provinciali.

Da oggi scatta infatti il divieto per i mezzi pesanti oltre le 3,5 tonnellate su diverse tratte. “Il 15% delle nostre strade ha volumi superiori ai 3 milioni di veicoli l’anno”, ricorda l’ingegner Vita. All’inaugurazione di ieri, insieme al presidente della Regione Michele de Pascale, c’erano i sindaci dei territori interessati: Castelvetro, Castelnuovo Rangone, Spilamberto, Maranello, Formigine e Vignola. Tutti uniti nel celebrare la fine di un’attesa lunga 45 anni. Con il completamento della Pedemontana si chiude un capitolo lungo quasi mezzo secolo. Ora tocca al traffico dimostrare se l’attesa è stata ripagata.