Professore aggredito al Corni di Modena: "La preside difende i ragazzi? Assurdo. Ho contusioni e sono ancora sotto choc"

Stefano Longagnani, l’insegnante finito all’ospedale per aver ripreso un gruppo di ragazzi a scuola: "Mi hanno accerchiato, sono io la vittima". Aperta un’inchiesta

Polizia intervenuta per una rissa alle scuole Corni di Modena

Polizia intervenuta per una rissa alle scuole Corni di Modena

Modena, 21 gennaio 2023 – E’ finita sul tavolo della procura la lite tra un gruppo di studenti ed un professore avvenuta giovedì mattina nel cortile dell’istituto professionale Corni di via Tassoni, confinante con l’istituto tecnico. La situazione all’interno della scuola superiore è piuttosto tesa: infatti alla polizia, subito intervenuta, il docente e i minori coinvolti avrebbero fornito versioni assolutamente contrastanti. Il professore, che è poi dovuto ricorrere alle cure ospedaliere ha spiegato di aver raggiunto il gruppo di giovani – che non sono suoi studenti, frequentando il professionale – nel cortile e di averli sorpresi con in mano quella che sembrava essere una canna. L’uomo avrebbe provato a richiamarli ma loro si sarebbero diretti verso di lui in modo aggressivo tanto che, temendo per la propria incolumità, il docente avrebbe poi iniziato a riprenderli col telefonino. A quel punto, indispettivo, il ‘branco’ lo avrebbe aggredito. I ragazzi, alla preside dell’Ipsia Alessandra Milella avrebbero però fornito una versione diversa, asserendo di essere stati aggrediti dal docente, che ad uno di loro avrebbe messo le mani al collo, nonostante tenessero tra le mani bevande calde. La dirigente Alessandra Milella, ai microfoni di Trc ha dichiarato che "I ragazzi sono stati avvicinati in maniera brusca e offensiva dal docente che sembrava li stesse riprendendo col cellulare per fare un video. Rimango perplessa di fronte ad una vicenda di questo tipo che coinvolge comunque una persona adulta che dovrebbe riuscire a mantenere un autocontrollo e non arrivare a tu per tu con ragazzi di 15, 16 anni. Un docente dovrebbe saper gestire le reazioni”. Ora l’episodio è finito sul tavolo della procura.

"Se secondo la preside non possiamo riprendere studenti che commettono un reato ma dobbiamo far finta di niente, possiamo pure continuare così. Se questa è la linea della preside dell’istituto professionale prendo atto ma smentisco categoricamente di aver messo le mani addosso ai ragazzi se non quando ho dovuto divincolarmi: mi hanno bloccato e aggredito fisicamente almeno in due e ho riportato contusioni per percosse – refertate dal pronto soccorso – per cinque giorni di prognosi. Sono ancora sotto choc".

E’ un fiume in piena il professore del Corni Tecnico, il docente Stefano Longagnani che ha deciso di spiegare la propria versione dei fatti circa quanto accaduto nel cortile della scuola. Prof, cosa è accaduto poco prima del termine delle lezioni?

"Innanzitutto è ridicolo che accusino me quando sono io la vittima dell’aggressione. Quando ho cercato di rientrare, di mettermi in salvo mentre venivo aggredito i bidelli si nascondevano dentro la guardiola e gli studenti mi impedivano di aprire la porta dell’atrio. Sono stato afferrato da più studenti e ho reagito per legittima difesa. Prima di questo episodio, nella stessa giornata – e la preside non potrà smentire – sono stato in vice presidenza per segnalare uno di questi ragazzi che stava fumando. E’ stato lui stesso a dirmi: adesso andiamo dal preside e gli ho spiegato che sarebbe finito nei guai. Il vicepreside lo ha identificato dicendo che sarebbero stati presi provvedimenti e venti minuti dopo era in mezzo al branco che mi ha aggredito. Io non ho messo le mani addosso a nessuno se non per divincolarmi e ho anche avuto una crisi d’asma, sono asmatico".

Da cosa è nata la lite?

"Li ho ripresi perché fumavano – e non era fumo di tabacco – e si sono avvicinati in modo aggressivo. Ho iniziato a riprendere per tutelarmi e uno molto grosso mi ha avvinghiato alle spalle cercando di togliermi il telefonino. Mi hanno accerchiato in branco e ho cercato di divincolarmi".

Quindi la tenevano fermo?

"Si, io stavo andando all’auto ma non riuscivo ad andarmene e non volevo mostrare ai ragazzi quale era la mia auto. Stavo cercando di mandarli via da dove non dovevano essere. C’era il bidello della guardiola, sono passati colleghi nel cortile ma ognuno si è fatto i ‘propri’. Una collega, che si è preoccupata di vedere come stavo, mi ha raccontato che ieri l’altro un gruppo di studenti aveva minacciato il bidello".

C’è una situazione al limite nell’istituto?

"Questi spadroneggiano: qualche anno fa, quando si sgridava uno studente, il ragazzo se ne andava ora, invece, affronta il docente. Sono il responsabile del laboratorio per la sicurezza dei lavoratori e stavo documentando quanto subivo per effettuare una segnalazione alla presidenza. Quel cortile è diventato pericoloso, se ne è parlato nelle scorse contrattazioni ed ero presente come delegato sindacale. Qualche mese fa era diventato un luogo dove c’erano studenti di qualunque scuola perchè i cancelli permettono di entrare senza alcun controllo. Serve un poliziotto fisso e ho chiesto alla vice presidenza di venire periodicamente. Io li riprendevo, lo ripeto perchè temevo per la mia incolumità. Non ho ancora deciso se sporgere querela ma se la preside ha fatto quelle affermazioni ci devo riflettere: mi hanno diffamato eppure io sono stato percosso, sono rimasto ferito e sono sotto choc".