Scuola, iscrizioni alle superiori in Emilia Romagna: licei ancora al top. "Bisogna sempre ascoltare i ragazzi"

I consigli di Lamberto Montanari, coordinatore dei presidi. "Vanno capite le loro attitudini, educazione tecnica importante"

La mappa delle iscrizioni alle Superiori in Emilia Romagna

La mappa delle iscrizioni alle Superiori in Emilia Romagna

Bologna, 21 gennaio 2023 – Le iscrizioni? Sono una fase molto delicata per le scuole, che in questa occasione definiscono la loro organizzazione futura". Lamberto Montanari è il presidente dell’Anp Emilia Romagna, il sindacato regionale dei dirigenti scolastici, e conosce a fondo l’importanza del momento in cui le famiglie scelgono tra un liceo o un istituto tecnico o professionale.

Un momento che, in particolare, le superiori vivono come la Champion League, visto che un’iscrizione in più o in meno può segnare il successo o l’insuccesso di quell’offerta formativa. Le famiglie hanno tempo fino alle 20 del 30 gennaio per scegliere in quale prima elementare, media o superiore mandare i figli. "Per contro le scuole devono avere ben presente la loro capacità di accoglienza e la loro organizzazione, ben consapevoli anche delle richieste del territorio. Insomma, devono sapere compiere le giuste previsioni, che troveranno p oi attuazione l’anno successivo".

Per le superiori, gennaio è un mese un po’ ansiogeno?

"In un certo senso è così, perché non sempre le esigenze delle famiglie tengono conto dell’offerta formativa proposta dagli istituti. Un’offerta che mette insieme gli aspetti propri di un percorso di studi con quella più flessibile, che arricchisce l’indirizzo scelto. Un’offerta che soprattutto non deve tradire l’identità di un istituto. In sostanza, senza inventare astrusità".

Restando alle superiori, è assodata la corsa ai licei, salvo qualche eccezione verso i tecnici.

"È vero, da alcuni anni assistiamo a una domanda preponderante verso i licei. C’è una visione gentiliana ancorata al liceo. Bisognerebbe, invece, riequilibrare la domanda, ad esempio, avviando una sorta di formazione verso le famiglie in cui spiegare come il valore dell’educazione tecnica, al netto dell’inserimento nel mondo del lavoro, non esclu de a priori un eventuale proseguo all’università".

È molto complesso persuadere le famiglie?

"Talvolta sì, perché non sono considerate le reali attitudini del figlio, cui s i antepongono i desiderata. Ripeto, bisogna che i genitori siano consapevoli delle attitudini del figlio, la cui perso nalità, peraltro, è in pieno sviluppo".

A 13 anni si hanno poche idee e ben confuse. Non è che qui, nell’orientamento in uscita quindi dopo l’esame di terza, gioca un ruolo fondamentale la media?

"Senza dubbio e, come sappiamo bene, la media è davvero il punto critico del per corso scolastico. Occorre una sua riforma di cui, peraltro, si parla da anni senza mai riuscire ad attuarla. Questa media è vecchia, da rottamare. Con una frammentazione delle discipline che non ha corrispondenza con la realtà. È incapace di un’analisi dei bisogni dei ragazzi di quell’età, che devono capire cosa fare ‘da grandi’".

Si sceglie l’indirizzo meno adatto e il risultato è che al primo anno di superiori ci si ritrova con un alto tasso di bocciature o di rimandati.

"La bocciatura è uno dei fattori che preludono alla dispersione scolastica che, in alcune regioni, tocca punte del 13%".

Nel biennio, però, le superiori possono ancora attivare delle ‘passerelle’ nel caso in cui un ragazzo si accorga di aver sbagliato percorso e intenda cambiarlo.

"Tuttavia, in talune situazioni, c’è una certa pervicacia nel non attivarle. Come pure c’è un rifiuto delle superiori a uniformarsi al biennio unico. Dopo la media, lo studente avrebbe due anni per capire se ha scelto la scuola giusta. Nel caso contrario il passaggio ad altro istituto, sempre con l’integrazione delle discipline, sarebbe più semplice".

Concludendo...

"Bisognerebbe lavorare sul singolo studente, personalizzando il percorso per comprendere le sue attitudini reali e come orientarlo al meglio".