
A sinistra l’unico bar della frazione; al centro, Daniela Ruggi, 31enne scomparsa da Vitriola; a destra, i sigilli nella casa della giovane
Modena, 20 gennaio 2025 – Vitriola è un luogo d’altri tempi, un puntino sulle mappe geografiche in cui è difficile confondersi – di bar ce n’è solo uno –, e in cui l’abbaiare di un cane rimbomba nel salotto delle case di fronte anche con la finestra chiusa. Gli ingressi delle abitazioni certe volte li trovi socchiusi, i garage spesso aperti e il refrain del “si conoscono tutti, non succede mai niente” si sente particolarmente vero. Perlomeno lo era fino a quattro mesi fa quando – il 20 settembre 2024 – scompare una donna, la trentunenne Daniela Ruggi, e così la spontaneità dei cittadini nel confidare le proprie abitudini si congela, in un attimo, soprattutto con i giornalisti. Lunghe settimane di domande, richieste, perquisizioni e cani molecolari, e così piano piano la vecchia signora smette di uscire a spazzare sul vialetto di casa e inizia a schivare le telecamere delle tv: “No guardi, non so dirle niente, era solo una ragazza particolare che girava per il paese con un cellulare sempre all’orecchio. Era molto diffidente, ma più di questo non posso dirle”. Dietro ai silenzi, la speranza che torni.
Uno dei pochi a parlare è L., barista di Vitriola ed ex-compagno di scuola di Daniela Ruggi: “Era quasi sempre da sola, girava avanti e indietro per la stradina con vestiti eccentrici, tranne quando sua madre passava a portarle la spesa o a lasciarle dei soldi; non mi è mai capitato di incrociarla con persone strane, quando ho letto alcune notizie sono rimasto sorpreso. Eravamo a scuola insieme e mi è sempre sembrata molto timida e con poche amicizie”.
L. racconta anche delle bugie che si rincorrono su Daniela, del fatto che non portasse da anni gli occhiali, e di come quindi le segnalazioni provenienti da Modena – che vedono i presunti occhiali viola come l’oggetto del riconoscimento – risultino false. Il barista consiglia di parlare con N.R., una persona che conosce bene la 31enne: “Daniela – dice prima di congedarsi – l’aiutavano tutti qui in paese, nessuno si è mai tirato indietro, ma con il Covid era molto cambiata, non salutava più nessuno e sembrava avesse paura di tutto”.
L’indirizzo segnalato ci conduce a una casa in un’aia, circondata solo da campi e dal rumore degli spari dei cacciatori. Ci vive una persona anziana, dal viso gentile ma l’aria ormai stanca dei giornalisti: “Posso offrire un caffè, ma ormai non so più che dire”. All’inizio è un po’ timorosa, poi però comincia a riavvolgere il nastro: “Sono molto affezionata a Daniela Ruggi, così come tutti qui a Vitriola, l’abbiamo sempre aiutata in paese. Le voglio bene come fosse una nipote, veniva spesso a casa e le facevo il pranzo fin da quando era bambina. Ha perso il papà a soli dodici anni, non è una cosa facile per una ragazzina. In televisione si sente dire che sua madre l’ha abbandonata, ma non è vero e qui a Vitriola lo sanno tutti, lei veniva spesso a portarle da mangiare, ha fatto volontariato e non è mai sembrata una donna indifferente ai problemi della figlia. Daniela è sempre stata una ragazza allegra, a volte mi diceva che sognava di sposarsi e avere tanti bambini, ma io le rimproveravo che il matrimonio è un impegno serio e che forse non era pronta”. “Un brutto presentimento?” “No, io credo davvero che Daniela sia viva, però negli ultimi anni avevamo chiuso i rapporti. Lei non voleva che si sapesse, ma poco prima del Covid l’avevo aiutata a trovare lavoro come bidella, poi hanno iniziato a chiamarla per le supplenze e non ci è mai voluta andare. Quando ho avvisato sua madre, Daniela mi ha scritto alcuni messaggi, diceva che la sua privacy era importante e che dovevo stare lontana dalla sua vita privata. Da quel giorno non mi ha più parlato, quindi è possibile che abbia fatto lo stesso con la sua famiglia. Io la aiutavo a farsi valere, poi però non ho saputo più niente e ho iniziato a vederla camminare avanti e indietro in paese col suo cellulare, anche se si voltava dall’altra parte”.
Ma qui, a Vitriola, nessuno si dà pace: tutti aspettano di vedere tornare Daniela e sperano che non sia finita nel mirino di persone poco raccomandabili. N.R. non esclude l’allontanamento volontario: “Daniela non sapeva gestire benissimo i soldi, li aveva, sì, ma certe volte chiedeva del cibo in paese, quindi è probabile che sia voluta scappare e non abbia pensato a portarsi dietro i contanti. So che spesso prendeva la corriera e girava a Sassuolo oppure a Modena, non so però che cosa facesse, è cambiata tanto con l’arrivo del Covid”.
Lasciando Vitriola si notano giornalisti costeggiare la strada con telecamere e microfoni ingombranti, ma è difficile trovare testimoni. È un luogo stanco, estraniato da queste attenzioni continue, una curva e un parco giochi dove si spera di rivedere la Daniela di sempre.