La città del Belcanto a Lione, l’Europa applaude i tesori della nostra lirica: "Per noi è un orgoglio"

Al concerto di gala Peroni, Pascu e Lippi si sono esibiti con la pianista Pivetta. Il maestro Sisillo: "Progetto in crescita". E a maggio festival internazionale

Lione, 14 dicembre 2023 – “Chantons ta joie, Seigneur", cantiamo la tua gioia, Signore, è scritto nella stella natalizia appesa all’ambone del Temple du Change, nel cuore della Vecchia Lione. Qui nacque già nel ‘600 la prima borsa della città, luogo di scambi commerciali e bancari, poi nel 1803, dopo la Rivoluzione francese, l’edificio neoclassico divenne luogo di culto protestante.

Da sinistra il baritono Davide Peroni, la pianista Francesca Pivetta, il soprano Aida Pascu e il tenore Matteo Lippi
Da sinistra il baritono Davide Peroni, la pianista Francesca Pivetta, il soprano Aida Pascu e il tenore Matteo Lippi

E lo è tuttora. Custodiva valori monetari, oggi custodisce la preghiera. E l’altra sera ha accolto un altro tesoro, la gioia del canto, anzi del bel canto dei talenti arrivati qui, sulle rive del Rodano e della Saona, per rappresentare l’eccellenza dell’alta formazione modenese. Il concerto di gala, organizzato dall’Istituto italiano di cultura di Lione con il progetto Modena Città del Belcanto, è stato un’elegante vetrina dell’arte e della bellezza italiana, "quella che noi promuoviamo con tutte le nostre attività", spiega Anna Pastore, direttrice dell’Iic lionese. E proprio a pochi giorni dall’ingresso del canto lirico italiano nel patrimonio immateriale dell’Unesco, "noi siamo felici di poter ospitare qui, con questo concerto di Natale, il bel canto di Modena che sta facendo il giro del mondo", aggiunge entusiasta Chiara Petracca, console generale d’Italia a Lione.

“Modena Città del Belcanto”, il protocollo sottoscritto da Fondazione di Modena, Comune, Teatro Comunale e Conservatorio Vecchi Tonelli, acquisisce sempre più una dimensione internazionale: le sue radici sono profonde, grazie all’eredità artistica di grandi voci come Luciano Pavarotti o Mirella Freni, il suo presente è altrettanto forte, con i corsi di alto perfezionamento che si tengono al Comunale e l’ammirata masterclass di Raina Kabaivanska al Vecchi Tonelli, il futuro ha il volto dei cantanti che si sono esibiti con enorme successo a Lione. Matteo Lippi è tenore già in meravigliosa carriera, "e sarò per sempre riconoscente a Mirella Freni, che mi ha accettato alla sua scuola a Modena, ha creduto in me e mi ha dato anche la forza di andare avanti quando volevo smettere", racconta: presto canterà nella "Butterfly" al Carlo Felice di Genova, poi nel "Simon Boccanegra" alla Scala. Aida Pascu, di origini romene, è arrivata a Modena grazie alla borsa di studio di Raina e con lei è cresciuta nel talento: "La più grande raccomandazione che ho ricevuto dalla signora Kabaivanska è quella di essere sempre elegante, sia sul palcoscenico che nella vita, come persona – racconta –. E anche per questo concerto mi ha dato qualche bel consiglio". Davide Peroni, ascolano, a Modena ha debuttato nel 2019 come Dulcamara diretto dal maestro Gabrielli, e di recente lo abbiamo ascoltato nel "Don Pasquale": "Con Appennino InCanto ho avviato il mio percorso e per me questa serata è una grande emozione – confida –. È il mio debutto all’estero".

Accompagnati da Francesca Pivetta, valentissima pianista, i tre cantanti hanno volato fra Verdi e Puccini, proponendo anche graziosissime arie da camera dei due compositori, raramente eseguite. "Per noi è motivo d’orgoglio vedere che il progetto Modena Città del Belcanto si sta evolvendo in maniera importante, e offrire a questi cantanti la possibilità di esibirsi davanti a un pubblico non solo italiano", fa notare il maestro Aldo Sisillo, direttore del Comunale. E proprio in queste settimane sta prendendo forma il programma del nuovo Modena Belcanto Festival che, come le rose, sboccerà nel mese di maggio: il cartellone includerà l’allestimento di un’opera, masterclass e concerti con star internazionali, "e tutti i volti del bel canto, a partire dalla storia modenese, grazie ai manoscritti conservati alla Biblioteca Estense, fino alle declinazioni più contemporanee", anticipa Sisillo. Per salutare il pubblico del Temple du Change, i cantanti non potevano che alzare i lieti calici de "La Traviata": un brindisi alle feste, un brindisi all’arte, un brindisi anche per questa Modena che sa farsi ascoltare e applaudire in Europa e nel mondo.