Stop produzione alla Mozarc Bellco di Mirandola, 350 lavoratori a rischio

Annuncio choc di una delle aziende più importanti del distretto biomedicale modenese: vuole mantenere solo la ricerca. Palma Costi (Pd): “Questo non può succedere”

La Mozarc Bellco di Mirandola, nel Modenese, a rischio chiusura

La Mozarc Bellco di Mirandola, nel Modenese, a rischio chiusura

Mirandola (Modena), 12 giugno 2024 – E’ arrivata la prima grande azienda del biomedicale, un settore da sempre considerato punta di diamante italiano e vanto della Bassa modenese. L’annuncio choc arriva dalla Mozarc Bellco di Mirandola: la proprietà vuole chiudere tutto il reparto produttivo e conservare solo la divisione ricerca e sviluppo.

A rischio ci sono 350 dipendenti: 300 diretti e gli altri interinali. Bellco occupa oltre 500 persone a Mirandola, dove ha sede lo stabilimento che si occupa di dispositivi per il trattamento delle patologie renali.

L’annuncio choc è stato dato stamattina e subito i lavoratori in massa sono usciti dallo stabilimento, uno dei più grandi del distretto biomedicale. Atteso un intervento dell'ad di Mozarc Medical (l'attuale nome di Bellco) Ven Manda in videoconferenza in giornata. "Ma come si fa a portare avanti la ricerca in uno stabilimento dove non si produce più nulla?” si chiedono i lavoratori. 

I lavoratori in sciopero davanti alla ex Bellco di Mirandola che ha annunciato lo stop alla produzione
I lavoratori in sciopero davanti alla ex Bellco di Mirandola che ha annunciato lo stop alla produzione

La consigliera regionale Pd: “Questo non ouò succedere”

"Qua c'è il biomedicale e qua rimane il biomedicale, qua c'è un'azienda e qua deve rimanere l'azienda", scandisce la consigliera regionale del Pd Palma Costi, davanti ai cancelli della Mozarc Medical, parlando ai dipendenti in sciopero. "Non ci siamo rialzati dal terremoto perché qualcuno venga qua oggi a dirci che non ha più bisogno di noi, questo non può succedere", ha rincarato la dose l'ex assessora regionale alle Attività produttive, che ha informato i lavoratori di essere in contatto con il suo successore Vincenzo Colla che sta seguendo la crisi da vicino. "Non siamo in una terra dove ci sono porte girevoli, dove uno entra e poi esce indipendentemente da quello che il territorio ha dato. Perché le aziende non sono qualcosa di privato ma di sociale, lo dice anche la Costituzione", ha detto Costi. "Questa è la mia terra, dove tante persone come noi ci abbiamo messo sangue, sudore, lotte e battaglie. Su questo non si scherza", ha scandito Costi.

Choc per un settore tra i più floridi in regione

Per il biomedicale di Mirandola è uno choc. Non si era mai registrata una crisi aziendale del genere. Il settore, per decenni uno dei più floridi della regione, era stato duramente colpito dal terremoto del 2012 che in questo territorio aveva avuto il suo epicentro. Poi il comparto era ripartito, ma negli ultimi anni ha sofferto la concorrenza straniera, in particolare cinese, che ha abbattuto i margini ottenibili sui prodotti da dialisi.

Tra gli addetti ai lavori si guarda con preoccupazione a un possibile effetto-domino sulle altre aziende del settore: in particolare sono due quelle con gli scricchiolii più forti. Con la procedura anti delocalizzazione, spiegano fonti vicine al dossier, Mozarc Medical punta a trovare un possibile acquirente che rilevi lo stabilimento di Mirandola. Se non sarà così, scatterà la procedura di licenziamento collettivo.