Carpi, emozione Ripa Al Cabassi 22 anni dopo

Il guardiano biancorosso dei tempi di De Canio e De Biasi, è il preparatore dei portieri della Fermana, prossimo avversario dell’undici di Riolfo

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di Davide Setti

L’ultima volta che è sbucato da quel tunnel il «Cabassi» era pieno come una «bombonera» e la curva biancorossa era ancora quella sopra al velodromo. Era l’8 giugno del 1997 e Francesco Ripa si apprestava a vivere da protagonista fra i pali biancorossi la poderosa rimonta con cui il Carpi di De Canio si sarebbe sbarazzato (3-0) del Saronno del patron Preziosi, per volare verso la finale playoff per la B di Ferrara col Monza. Ventidue anni e qualche mese dopo il numero uno di Porto San Giorgio, che ad aprile ha festeggiato le 45 primavere, domani calcherà di nuovo il prato di quel campo su cui è cominciata la sua carriera, poi proseguita fra C e B con le maglie di Perugia, Fermana, Cosenza, Pisa, Sora, Ravenna e Foligno. Dall’estate del 2018 Ripa è il preparatore dei portieri della Fermana, attesa dal Carpi per una gara che per l’ex guardiano è più che speciale. «Ammetto che sono emozionato - racconta Ripa, che ha giocato 54 volte in biancorosso - perché Carpi è dove tutto è cominciato. Arrivai a 18 anni, era la mia prima volta lontano da casa e compagni e tifosi mi fecero sentire come a casa mia. Ho trovato tante persone per bene che non scorderò mai, in primis l’allora presidente Saltini e il ds Rosati». Ripa lo portò nel 1992 proprio Rosati, dopo un provino quando nemmeno 18enne difendeva già in Eccellenza la porta della Santegidiese. E dopo un anno con la conquista della semifinale scudetto nella Berretti di «Ciplito» Fornaciari («una persona che porto nel cuore» confessa), fu promosso l’anno dopo in prima squadra in C1 da De Biasi, entrando nella storia del Carpi come primo biancorosso a essere chiamato nell’Under 21 azzurra.

«Ero l’unico di C in quella nazionale - racconta - in cui Toldo era appena uscito fuori età. Maldini mi convocò per un test in Svezia, facendomi giocare subito. Fu un’emozione unica». Nell’estate del 1994 Ripa fu ceduto in prestito con diritto di riscatto al Perugia in B, «ma fu un anno jellato - prosegue - mi feci male alla spalla e quando il Perugia mi disse che voleva esercitare il riscatto fui io a dire che non me la sentivo e che volevo tornare a Carpi, che ritenevo casa mia». L’anno dopo in C1 fu il vice di Pantanelli (2 gare), poi nel 1996-97 con De Canio dopo 9 gare rubò il posto a Piazza, guadagnandosi i galloni di titolare di quel Carpi stellare. «Se non avessimo ceduto Pivotto e Materazzi a gennaio - ricorda - probabilmente avremmo vinto in carrozza il campionato. Facevamo un calcio splendido, con 4 colossi in difesa. La finale col Monza? Probabilmente pagammo la tensione, so che quella gara si porta dietro voci non belle, ma io non ho mia pensato male di nessuno dei miei compagni».