Con Dionisi il Sassuolo studia nuovi moduli

Il 4-2-3-1 che da settembre 2019 ha fatto le fortune di De Zerbi potrebbe essere abbandonato dopo l’arrivo dell’ex tecnico dell’Empoli

Migration

di Stefano Fogliani

SASSUOLO

Cambierà la sua idea di gioco, cui è fedele da diverse stagioni, Alessio Dionisi? O sarà il Sassuolo a cambiare assetto in campo, dopo la ‘svolta’ dezerbista che lo ha visto giocare ininterrottamente, dal settembre 2019 all’altro ieri, con il 4-2-3-1? Vedremo: l’era-Dionisi è appena cominciata, ma la domanda ci sta, anche se il calcio moderno mica si fa solo con gli schemi. Il Sassuolo modellato 4-2-3-1 da De Zerbi, per dire, capitava passasse anche alla difesa a 3 a gara in corso, e qualche volta ha utilizzato quello stesso rombo che è stato il ‘cuore’ dell’Empoli di Dionisi. Costruito su un 4-3-1-2 che risulta essere il modulo più utilizzato dal neoallenatore del Sassuolo, che lo adottò per la prima volta a metà della stagione 201718 a Fiorenzuola, adattando un 4-3-3 sul quale non è più tornato. Giocava con il 4-3-1-2 l’Imolese con la quale Dionisi sfiorò la promozione in B, e lo stesso assetto aveva quel Venezia dal quale Dionisi arrivò in Toscana, alla guida di una squadra che ha stravinto il campionato (anche) con il gioco. Costruzione dal basso ma meno ‘pallegiata’ di quella di De Zerbi, con il quale Dionisi sembra avere in comune sia il coinvolgimento di tutti gli undici nella manovra che la predilezione per i terzini di spinta e per la tecnica dei trequartisti. E, rispetto, al Deze, atteggiamento un tantino più guardingo, perché l’Empoli ha sì vinto la B grazie al miglior attacco, ma il primato in classifica lo ha ‘blindato’ anche con la terza miglior difesa della cadetteria. Sulle idee di verticalità, a vedere le squadre di Dionisi e il Sassuolo di De Zerbi, il parallelismo è evidente, come è evidente la predilezione di entrambi per centrocampisti di corsa e inserimento, ma dalla cintola in su l’idea è che qualcosa possa cambiare, nel prossimo Sassuolo. Perché al doppio regista che De Zerbi ‘appoggiava’ alla batteria dei trequartisti Dionisi ha sempre preferito un regista basso ‘opposto’ ad un trequartista, sistemato alle spalle di due punte.

Il Sassuolo di oggi è costruito su altro, nel senso che di mezze ali nel senso tradizionale del termine ce ne sono giusto un paio, mentre ci sono diversi giocatori (da Lopez a Djuricic, fino a Traore) che il Deze aveva ‘reinventato’ trequartisti. E ci sono parecchi esterni, nel Sassuolo, più adatti al 4-3-3 o al 4-2-3-1 che non al 4-3-1-2, ma che hanno la tecnica giusta per adattarsi nel caso. Come si adatteranno Caputo e Raspadori, a loro modo atipici nell’interpretare il ruolo di centravanti, e Defrel, altro atipico che nel 4-3-1-2 può trovare collocazione finalmente efficace. L’Empoli di Dionisi aveva due punte e un trequartista, un regista basso ‘protetto’, in fase di impostazione, da due centrocampisti di lotta e di governo, il Sassuolo di De Zerbi di punte, quando Djuricic o Defrel facevano i trequartisti, ne metteva in campo addirittura quattro, proteggendoli col doppio mediano. Facile prevedere qualcosa cambi, insomma, nel prossimo Sassuolo.