Dionisi: "Oggi non siamo stati all’altezza"

Il tecnico sul futuro: "Non so cosa potrà cambiare, qualcuno andrà via, ma spero che si possa dare continuità al progetto"

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Finisce in modo anche ingeneroso. Con la gara, temuta e attesa complice quanto accadde all’andata, chiusa in poco più di mezz’ora da un Milan non alla portata del Sassuolo. Non oggi, almeno, quando il menu rossonero prevede lo scudetto e ai neroverdi chiede ‘solo’ di fare i guastafeste. ‘Solo’, poi, si fa per dire, perché se è facile immaginare quanto ribolliranno i social che evocano lo ‘Scansuolo’ e le simpatie milaniste della famiglia Squinzi e blablabla, è più difficile dar conto di una partita che chiedeva al Sassuolo comunque di fare di meglio, e dalla quale il Sassuolo è escluso da subito. "Siamo stati superficiali all’inizio e anche alla fine. Inutile dire – spiega Dionisi - che avremmo voluto e dovuto far meglio: sapevamo di affrontare una squadra più forte e motivata della nostra ma non siamo stati, in questa occasione, all’altezza. Già il Milan vince per merito, se alla sua forza aggiungiamo anche i nostri deneriti….".

Altre volte ce l’avevano fatta, i neroverdi, a sovvertire i pronostici – anche quando vedevano favoriti loro – ma questa volta no. E a questo ci sta, allora: più che a una gara che il suo padrone lo ha scelto da subito, agli ovvi bilanci di fine stagione che, se non vuoi buttare via il bambino con l’acqua sporca, prescindono tuttavia da questa ultima uscita, al cospetto del pubblico delle grandi occasioni che, almeno, consolerà il cassiere con oltre un sold out da oltre milione di incasso.

A consolare Dionisi, che immaginiamo ci sono invece la metà della classifica e 50 punti, "che sono un traguardo non scontato, al quale siamo arrivati non senza pagare dazio ad alti e bassi legati all’inseperienza e al fatto che il gruppo era stato parecchio rinnovato".

Poteva finire meglio, ma è comunque andata bene, la sintesi: non male per il tecnico, che alla prima stagione in A e alla prima sulla panchina neroverde fa meglio di tutti i suoi predecessori sulla stessa distanza.

"Non so cosa potrà cambiare e sinceramente mi pare sia presto per parlarne. Immagino che dovesse andarsene qualcuno lo sostituiremo, e conto si possa comunque dare continuità al progetto".

Questo Sassuolo (non) chiude in bellezza, ma qualcosa ha fatto, trovando certezze cammin facendo, e sarebbe da questo ‘qualcosa’ che vorrebbe ricominciare il tecnico toscano, in balia tuttavia di un mercato che con buona probabilità, lascerà qualche falla di troppo – sarà stata l’ultima di Scamacca? E Berardi, Frattesi e Lopez, vanno o stanno? - sullo scafo neroverde: ieri colpito e affondato, subito sbrecciato dal pressing rossonero e dagli estri di quel Leao che meglio di tutti ha raccontato bene la differenza tra la corazzata rossonera e l’incrociatore neroverde. Scritta da meriti avversari fin troppo ovvi ma anche di demeriti neroverdi non meno ovvi ed evidenti. L’onda rossonera si è fatta altissima da subito e il Sassuolo non le ha potuto opporre altro che partita meno che ordinaria, mentre la serata la chiedeva straordinaria. Nulla da fare, quindi. E del resto, tuttavia, come può uno scoglio arginare il mare?

Stefano Fogliani