{{IMG_SX}}Pesaro, 11 marzo 2009 - Respira musica da più di vent’anni. Da quando ne aveva 13 e iniziava a studiare pianoforte. Il legnanese Luca Maggiore è diventato il «Gobbo» di Notre Dame de Paris, l’opera rock di Riccardo Cocciante, spettacolo dei record, con i suoi 15 milioni di spettatori in tutto il mondo, che sarà all’Adriatic Arena di Pesaro dall’13 al 15 marzo.
 

 

Dal 2004 sostituisce Giò di Tonno nel ruolo di Quasimodo, qual è il fascino del personaggio?
«Quello di rappresenta l’amore puro, un sentimento che non viene stravolto dalla negatività dell’essere umano»
 

Come è stato scelto?
«Con un provino, anzi due: prima a Roma con Paola Neri, poi a Milano anche col produttore David Zard. Cantai ‘Il tempo delle cattedrali’ e ‘Balla mia Esmeralda’... Andò bene»
 

Quasimodo ha portato molta fortuna a Giò Di Tonno, che con la sua Esmeralda, Lola Ponce, ha vinto Sanremo 2008. Sogna anche lei il palco dell’Ariston?
«Ci andrei con un solido progetto alle spalle: fare la cometa a Sanremo non mi interessa. Poi non in duetto ma da solo, e con un pezzo mio»
 

Perché lei è anche cantautore, qual è il suo genere?
«Rock melodico. Con il mio gruppo, i ‘De-clo’, stiamo preparando un mini album con la produzione di Luca Venturi. Stiamo incidendo nei ritagli di tempo. Notre Dame mi impegna moltissimo»
 

Sanremo 2010 o il ruolo da protagonista nel prossimo musical di Riccardo Cocciante?
«La seconda opzione, senza dubbio. Lavorare con tali professionisti è un privilegio»
 

Non ci si stanca a interpretare sempre lo stesso ruolo, spettacolo dopo spettacolo?
«Sono stato anche Frate Lorenzo in ‘Giulietta e Romeo’. Ma sì, ovvio che nella ripetitività si annida la noia. Certe sere mi piacerebbe fare altro: semplicemente scendere dal palco e riposare»
 

Cosa pensa dei cosiddetti talent-show che imperversano nelle nostre televisioni?
«Penso che la tv abbia sconfinato in un mondo che non le appartiene. Così che diventa più importante l’immagine della sostanza, che invece è fatta di belle melodie, bei testi e talento»
 

«X-Factor» o «Amici»?
«X-Factor, ma solo perché una volta l’ho visto. L’altro non l’ho mai seguito»
 

Cantautore preferito?
«Ce ne sono tanti, non uno solo. In Italia, oltre a Cocciante, Fossati, Battisti e il Baglioni ‘di mezzo’. Espatriando, George Michael e i Queen».
 

Un consiglio a chi vuole fare il suo mestiere...
«Per il musical partecipare ai provini, perché se sei bravo alla fine vieni fuori. Per il cantautorato essere certi di avere delle cose da dire, tenere duro e andare avanti».