"Gradara non è “finta“ ma è davvero tutta originale"

Vorrei scacciare un falso storico. Mi piacerebbe che questo trafiletto fosse conservato e “usato“ in caso di bisogno, ma le “fake news“ (notizie erronee) sono dure a morire e, pertanto, la corbelleria continuerà a riempire bocche, libri, opuscoli, pensieri, racconti di alcune sparute guide turistiche tendenziose.

"Gradara è tutta finta". Questa l’ho sentita dire da troppe persone. In realtà non "dicono", "ripetono" una idea (fasulla) che si è cristallizzata nell’immaginario collettivo, una "leggenda metropolitana". Finché la dicono i non addetti ai lavori, passi (ma è una sorta di "diffamazione" del castello), ma sentirla, talvolta, da chi dovrebbe capirci qualcosa è disarmante. Da addetto ai lavori dichiaro che Gradara non è "falsa", l’accusa di falsità è ben più falsa di Gradara stessa. Esiste un acquerello di Francesco Mingucci (anno 1626) conservato in Vaticano che ritrae Gradara identica a oggi. Ok, era ancora "tutta" originale. Esiste una marea di fotografie, scattate tra ‘800 e ‘900, che dimostra come la rocca sia stata "alterata" soltanto nelle "bucature" ossia nelle finestre e in qualche porta (ponte levatoio compreso). Non sono state aggiunte torri al corpo della rocca, la sua fisionomia è sempre la stessa dal XV secolo.

Il conte Morandi Bonacossi, nel XIX secolo e Umberto Zanvettori, all’esordio del Ventennio fascista, non hanno "ricostruito" la rocca, ma l’hanno piuttosto rimaneggiata internamente. E le mura dell’abitato? Quelle di levante sono le più rimaneggiate, con ricostruzione della parte alta delle torri, ma il basamento e le mura di collegamento restano originali (merli esclusi). Quelle di ponente? Ricucite (non ricostruite) in più punti con una sola torre angolare eretta ex novo dopo un crollo, ma il resto è perlopiù originale.

(Puntata 273)

Daniele Sacco