TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Morte di Lorenzo Lattanzi, lo strazio degli amici in tutto il mondo: “Intelligente, cortese, ironico”

Il tributo della Columbia University di New York e il ricordo di chi l’ha conosciuto tra Pesaro, Pisa, New York, Lucca, Milano, Berlino e Parigi dove viveva fino a pochi mesi fa

L'ultimo viaggio del professor Lattanzi (nella foto a sinistra)

Pesaro, lunedì 4 marzo 2024 – Da New York a Monaco di Baviera, passando per Parigi e Milano, fino ad arrivare a Pesaro, dove le sue ceneri riposano ora in pace nella tomba di famiglia accanto a quelle dei genitori. Ha avuto un’eco mondiale la notizia della morte del professor Lorenzo Lattanzi, 51enne pesarese, vinto venerdì 1 marzo da un male ai polmoni che aveva scoperto poco più di tre mesi fa. Studioso di epistemologia e di estetica, dal 2019 viveva a Parigi dove teneva corsi di Filosofia morale all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Qui, come alla Normale di Pisa dove si è formato e alla Columbia University di New York dove ha svolto uno dei suoi numerosi dottorati di ricerca, è stato grande il cordoglio per la sua scomparsa.

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Il direttore dell’Italian Academy della Columbia University di New York, David Freedberg, ha dato addirittura la notizia sul portale dell’università e poi ha scritto agli amici di Lattanzi: “Era un uomo pieno di intelligenza, cortesia, e tenerezza per tutti”, “un esempio di tutte queste virtù e più. Modesto, leale, comprensivo in ogni situazione complicata e difficile”, aggiungendo che “ogni tanto il fato è crudele, e non rispetta nessuno”.

Ugualmente il professor Salvatore Settis della Normale di Pisa: “Sono colpitissimo e addoloratissimo da questa morte crudele e (se mai si potesse dire) ingiusta”. 

Gli amici di Lattanzi sono sparsi nei più diversi luoghi del mondo dall’Italia, alla Spagna, Francia e Stati Uniti. “Per tutti noi - sottolinea l’amica Chiara Franceschini - è stato di consolazione aver saputo che abbia davvero sofferto solo gli ultimi giorni, mentre prima, nei quattro mesi di questa velocissima malattia, ha potuto condividere un percorso e una prospettiva tutto considerato sereni, vicino ai suoi due fratelli Daniele e Alessandro vivendo tra Pesaro e Sant’Arcangelo di Romagna”.

E’ quindi un abbraccio corale e forte all’amico che tanti non hanno potuto neppure rivedere un’ultima volta, quello che è arrivato alla nostra redazione da Alfredo D’Attorre e Chiara Franceschini. A nome un po' di tutti. “Abbiamo conosciuto Lorenzo nel novembre del 1992, ben 32 anni fa, quando ci siamo trovati a Pisa, all’inizio del primo anno di università, tutti e tre allievi della Classe di Lettere della Scuola Normale Superiore, insieme alle nostre compagne e compagni Valeria Castrucci, Stefania Pastore, Giulio Santagata, Anna Prianò, Filippo D‘Angelo, Stefano Bacin, Emiliano Morreale. Chi arrivava da Parma, chi da Ivrea, chi da Salerno, chi da Genova o da Bagheria. Lorenzo veniva da Pesaro, ma aveva già fatto prima un anno di Economia a Milano, in Bocconi: anche lì era entrato per merito. Solo che a lui piacevano di più la filosofia, la musica e l’arte e perciò aveva deciso di lasciare la Bocconi, cioè una più sicura carriera da economista, per provare il concorso a Pisa, che ovviamente vinse. Ricordo che la prima del nostro anno fu Valeria, grecista e poi documentarista televisiva, mentre si classificarono secondi appunto Alfredo e Lorenzo, entrambi per filosofia – loro tre erano quindi i più bravi. Lorenzo, in realtà, era anche molto appassionato di storia dell’arte, e all’inizio aveva dialogato con Paola Barocchi, illustre professoressa di Storia della critica, ma la filosofia era la sua passione primaria e l’estetica, in particolare, il campo in cui vedeva confluire tanti dei suoi interessi, specialmente quello per il Settecento tedesco, secolo e ambiente che amava e che dunque decise di indagare con la sua intelligenza cristallina e con propensione alla ricerca storico-filosofica – peoseguono Alfredo D’Attorre e Chiara Franceschini –. Studiò con Claudio Cesa, Remo Bodei, Leonardo Amoroso, col quale si laureò sull’illuminista tedesco di origine ebraica Moses Mendelssohn, fino a perfezionare gli studi qualche anno dopo, ricomprendendo anche gli interessi storico-artistici, con una tesi di dottorato su Johann Joachim Winckelmann, discussa con Bodei e Salvatore Settis (2006). Nei tanti anni a seguire, Lorenzo ha lavorato tra Pisa, New York, Lucca, Milano, Berlino e Parigi, dove ultimamente viveva, insegnando alla Sorbona e proseguendo i suoi studi di estetica e di filosofia morale. Ha quindi amici in tutto il mondo che sono rimasti costernati all’udire questa atroce notizia. In questi trent’anni, gli amici del 1992, insieme a tanti altri compagni di quei tempi, si sono tra loro persi, rivisti, amati, ignorati, ripersi e ritrovati, ma mai dimenticati, a seconda delle vie e configurazioni della vita e dei temperamenti di ognuno. Ora una morte crudele, precoce e inattesa, ci ha portato via Lorenzo. Non lo vedremo mai più, ma ci ricorderemo per sempre con immenso affetto di lui come fosse il primo giorno: avremo sempre davanti la sua bellezza, la sua intelligenza, la sua ironia, modestia, lealtà e coraggio nelle situazioni più difficili, come quest’ultima che ce lo ha strappato”.