ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Incendio allo scatolificio di Pesaro: identificati i 4 esecutori materiali

Un rogo devastante, quello dello scorso 11 aprile: distrusse l’intero stabilimento, provocando un danno milionario. Continuano le indagini su possibili matrici mafiose o estorsive

Incendio allo scatolificio di Pesaro: identificati i 4 esecutori materiali

Pesaro, 30 giugno 2025 – “Un fatto che non ha precedenti per dirompenza e danno economico, ma soprattutto un fatto che non può essere avvenuto senza un motivo”. Così il procuratore della Repubblica Marco Mescolini ha definito l’incendio doloso che l’11 aprile ha raso al suolo lo scatolificio Sigilla di Pesaro, durante una conferenza stampa convocata nella caserma dei carabinieri. Un rogo devastante, che ha distrutto l’intero stabilimento, provocando un danno milionario.

I momenti successivi in cui i pompieri tentano di spegnere l'incendio
I momenti successivi al disastro: i vigili del fuoco tentano di spegnere l'incendio

Dopo due mesi di indagini serrate, i carabinieri hanno identificato quattro persone: per due di loro sono è stata disposta la custodia cautelare in carcere (uno di loro è al momento ricercato), una agli arresti domiciliari, mentre per la quarta è stato disposto l’obbligo di firma.

“Mi avvalgo anche della memoria di chi mi ha preceduto – ha spiegato Mescolini, in carica da dicembre – e non risultano episodi simili nella nostra provincia. È un caso che merita di essere portato all’attenzione pubblica, nel rispetto delle garanzie difensive e della presunzione di innocenza”.  

Alla domanda sulla possibile matrice mafiosa o estorsiva, il procuratore ha risposto netto: "Il racket, nel senso classico di pagamento a un’associazione criminale per poter operare, al momento non risulta. Ma è evidente che un’impresa non si rade al suolo senza un motivo”.

L’inchiesta, ha sottolineato Mescolini, è tutt’altro che chiusa. “Siamo solo al primo livello. Se ci saranno sviluppi comunicabili, li condivideremo. Ma sono molto orgoglioso che in così poco tempo i carabinieri siano riusciti a risalire agli esecutori materiali. Ora bisogna capire chi li ha mandati, e perché”.