ANDREA ZANCHI
Politica

Terzo mandato per i presidenti di Regione, Bignami gela Bonaccini (e Lega)

L’uomo forte di Fratelli d’Italia in Emilia-Romagna: “Se ne parla dopo le Europee, il governatore pensi a terminare le opere incompiute. E non mi sembra che la Schlein si sia espressa”

Bologna, 21 dicembre 2023 – Bonaccini trova una sponda nella Lega. Il partito di Salvini – che vanta ben tre governatori non più ricandidabili – si dice favorevole al terzo mandato. Per il capogruppo in Regione Matteo Rancan, infatti, “vincere contro il governatore uscente sarebbe ancora più gratificante”. Tutto nasce dalla proposta del deputato leghista veneto, Alberto Stefani, membro della commissione Affari Costituzionali, che mira a modificare il limite dei due mandati. “Se l’emendamento verrà approvato e Bonaccini opterà per il terzo mandato – dice Rancan – siamo pronti a vincere, dimostrando che la gestione attuale della Regione è carente”. Resta invece ambigua la posizione della segreteria del Pd, che ancora non si è espressa.

Stefano Bonaccini, Galeazzo Bignami e Luca Zaia
Stefano Bonaccini, Galeazzo Bignami e Luca Zaia

L’intervista al vice ministro Galeazzo Bignami

Certe candidature fanno dei giri immensi e poi ritornano: è il caso di quella, eventuale, anzi eventualissima, di Stefano Bonaccini al terzo mandato come presidente della Regione. Un’ipotesi al momento impossibile, visto che la legge non lo prevede, ma che ciclicamente riemerge, intrecciandosi al destino di governatori di diverso colore politico (come il leghista Luca Zaia in Veneto) ma di eguale condizione. E animando di conseguenza il dibattito politico, anche in casa del centrodestra. E proprio dalle file della maggioranza di governo il viceministro dei Trasporti Galeazzo Bignami, uomo forte di FdI in Emilia -Romagna, lancia uno stop agli alleati del Carroccio e una sfida al governatore emiliano-romagnolo in scadenza.

Bignami, la sorprende la proposta della Lega per un terzo mandato dei governatori?

"Credo si tratti di una richiesta legittima da parte di chi la formula, ma penso anche che ci sia ancora molto tempo per discuterne, con serenità e senza fretta. Attualmente non è all’ordine del giorno".

Politicamente, non si direbbe.

"Nessuna Regione che ha il presidente in scadenza dopo due mandati andrà al voto nel corso del 2024. Dunque, non vedo un motivo al mondo per iniziare a discuterne con un anno di anticipo. Se ne parlerà, nel caso, dopo le Europee. Tra l’altro abbiamo già molti altri temi importanti sul tavolo e in discussione in Parlamento, a partire dalle riforme istituzionali. Di un possibile terzo mandato per i presidenti di Regione se ne discuterà, nel caso, più avanti".

Ma non è un mistero che per Bonaccini si sia da tempo aperto un bivio: o candidatura per il terzo mandato oppure la corsa alle Europee della prossima primavera. Con conseguente voto anticipato per viale Aldo Moro.

"Non possiamo rendere una sua questione personale un affare di stato. Se Bonaccini si preoccupa tanto che un funzionario della struttura commissariale del generale Figliuolo ha lasciato il suo incarico con la ricostruzione post-alluvione in corso, a maggior ragione non penso proprio che abbandonerà l’Emilia-Romagna prima della scadenza del suo mandato. In ogni caso, ci sono due problemi a mio avviso insormontabili per lui".

Quali?

"Il primo è il suo partito: non mi pare che Elly Schlein si sia mai spesa per un terzo mandato dei governatori in scadenza. Prima di tutto il Pd dovrebbe fare chiarezza al suo interno".

E il secondo?

"Un problema di coerenza. Ero in Assemblea Legislativa quando lo stesso Bonaccini, allora consigliere regionale e segretario del Pd emiliano-romagnolo, diede disposizioni al gruppo dem di votare per il limite di due mandati al presidente della Regione. In ogni caso queste discussioni sulle candidature credo interessino molto poco i cittadini".

Beh, sapere chi si proporrà a guidare la Regione in una elezione ancora più incerta di quella del 2020 non è cosa da poco.

"D’accordo, ma agli elettori interessa sapere se dopo 11 anni dal sisma si completerà finalmente la ricostruzione, se si riuscirà o meno a dare continuità all’ottimo lavoro del generale Figliuolo sul post-alluvione, come si rimedierà ai buchi di bilancio della Sanità dovuti agli errori politici e amministrativi di questa classe dirigente, se si realizzeranno quelle opere promesse dal governatore in persona e non ancora realizzate, come la Cispadana o la bretella Campogalliano-Sassuolo... non certo del terzo mandato".