Il nodo del terzo mandato: "Una sola strada possibile"

Per il costituzionalista Andrea Pertici serve modificare la legge elettorale statale "Io ho mille perplessità, così come le aveva Ciampi: cariche infinite non fanno bene" .

Bologna, 19 dicembre 2023 – Il terzo mandato per sindaci e governatori, tema attualissimo. A fare luce sul quadro normativo ci pensa Andrea Pertici, professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Pisa, super esperto del settore.

Come funziona la norma sul terzo mandato per i Comuni?

"Parliamo di terzo mandato consecutivo, perché il terzo mandato non consecutivo è sempre possibile. Abbiamo esperienze in questo senso, da Cacciari a Orlando. In generale la stabilizzazione di una carica monocratica pone qualche problema. Il presidente Ciampi, quando gli fu chiesto di essere rieletto, disse che il rinnovo di un mandato lungo mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato”.

Com’è nato questo limite?

È stato introdotto con l’elezione diretta dei sindaci perché in Italia c’erano stati casi di amministratori rimasti in carica troppo a lungo".

Andrea Pertici, professore di diritto costituzionale a Pisa
Andrea Pertici, professore di diritto costituzionale a Pisa

Il limite è stato posto anche per i presidenti di Regione. In passato, però, non è stato così.

"Già in sede di elezioni successive all’entrata in vigore della legge 165 del 2004, che prevede la non immediata rieleggibilità dopo due mandati, si pose la questione se valessero o meno i mandati precedenti. Alla fine si optò per non farli valere. Per questo in Lombardia Roberto Formigoni poté ricandidarsi".

Anche Zaia in Veneto è al terzo mandato.

"In questo caso una legge regionale aveva previsto il limite dei due mandati a partire però dall’entrata in vigore della norma stessa. Questo avrebbe escluso dal computo il primo mandato di Zaia".

È corretta, dunque, la richiesta del presidente Bonaccini di una legge statale sul tema?

"Pur con le perplessità che si possono esprimere circa un terzo mandato consecutivo, sembra una soluzione tecnicamente più adeguata quella di chiedere una modifica della legge elettorale statale che detta i principi per le leggi regionali".

Se invece Bonaccini decidesse di candidarsi alle elezioni Europee e venisse eletto, cosa accadrebbe?

“Ci sarebbe l’incompatibilità tra la carica di presidente di Regione e di parlamentare europeo, che è prevista dalla legge sull’elezione del Parlamento europeo. Una volta che un presidente di Regione o un consigliere regionale è eletto in Europa, ha 30 giorni per optare tra una delle due cariche. Se non provvede, l’Ufficio elettorale nazionale lo dichiara decaduto".

In Emilia-Romagna potrebbe comunque subentrare la vice presidente Irene Priolo e portare a termine il mandato.

"Mi chiedo se questa possibilità sia prevista solo fino all’elezione di un nuovo presidente, che deve avvenire con le prime elezioni utili. Soprattutto se non fosse così potrebbero emergere dei problemi di costituzionalità in base a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza 2 del 2004 relativa alla Calabria".