MARIA TERESA MASTROMARINO
Premio Mascagni

Dalla medicina all’agricoltura. La rivoluzione green dell’ozono

Met produce generatori per la sanificazione. Nei campi un’alternativa all’utilizzo dei fitofarmaci

Federico Ponti, fondatore e Ceo di Met

Federico Ponti, fondatore e Ceo di Met

Sfruttare il potere dell’ozono creando soluzioni su misura e applicazioni innovative che guardano alla sostenibilità. Met Srl nasce nel 2008, ma il suo spirito aziendale vive nel futuro, investendo in ricerca e allargando l’utilizzo delle proprietà dell’ozono a svariati ambiti. Met Srl si specializza nella progettazione di generatori a ozono, customizzati in base alle esigenze dei clienti, diventando il fiore all’occhiello del suo fondatore, il ceo Federico Ponti.

Dottor Ponti, l’impronta della vostra attività è singolare. Da cosa nasce quest’idea?

"L’idea nasce nel 2006 quando un nostro collaboratore subisce un intervento a cuore aperto, e viene colpito da alcuni batteri presenti nella sala operatoria, molto resistenti alle cure. Da ex ricercatori, abbiamo creato un sistema generante ozono, con il quale lo abbiamo trattato. Il risultato? In due mesi abbiamo cicatrizzato ed eliminato lo stafilocco. Abbiamo poi verificato il procedimento su altri pazienti, tutti guariti. Da qui inizia l’avventura, indirizzando la tecnologia verso la filiera alimentare".

Come si è sviluppato il vostro lavoro nel tempo?

"La nostra attività consiste nello sviluppo di applicazioni e di sanificazione a tutto tondo, basati sulla tecnologia dell’ozono. Siamo a disposizione delle aziende, dal mondo medicale a quello industriale, creando applicazioni ad hoc, come il Diserbo Biologico, cioè l’eliminazione di sostanze chimiche, e l’Abbattimento di Emissioni odorigene in ambiente chiuso, anche in campo industriale. Eliminiamo totalmente le emissioni, come nel caso degli odori emessi dagli allevamenti. Ora stiamo affrontando le emissioni date dai residui urbani o da fanghi".

Siete un’azienda green.

"L’ozono è il più ecologico dei prodotti: deve essere prodotto e utilizzato subito, quindi evita gli sprechi, e dopo l’azione abbattente ritorna ossigeno senza residui. In campo agricolo, ha benefici sul suolo, sulle falde acquifere, per i produttori e per i prodotti".

E in campo medico?

"L’Italia non ha normato l’impiego dell’ozono, salvo nelle infiltrazioni intradiscali. Per questo abbiamo cercato delle soluzioni, ozonizzando dell’olio, rendendo permanente l’azione, per curare le ferite. Abbiamo realizzato un dispositivo, che è stato brevettato, ma al momento mancano le energie per portarlo in porto, di una soluzione liquida con cui possiamo realizzare garze a cateteri a base di olio ozonizzato e di collagene, mantenendo la ferita asettica e garantendo la ricostruzione dei tessuti. Ma abbiamo declinato l’olio ozonizzato anche negli allevamenti e nell’agricoltura".

Cos’è il progetto Oxir?

"È quello che ha sdoganato la tecnologia dell’ozono in campo agricolo dalla fine del 2019. La comunità europea ci ha incaricato di realizzare dieci siti nel mondo nell’agricoltura, spaziando dal settore orticolo alla viticoltura. Il progetto ora si è concluso, ma per continuarlo abbiamo necessità di un aiuto per convincere il mondo agricolo, fortemente condizionato dalla chimica".