Danilo Molducci inchiesta a Ravenna, la badante: "Notai le sue unghie scolorite"

Il racconto della badante del medico morto lo scorso 28 maggio, interrogata ieri mattina in procura insieme al figlio del dottore

Danilo Molducci, a lungo medico di Campiano, morto lo scorso 28 maggio

Danilo Molducci, a lungo medico di Campiano, morto lo scorso 28 maggio

Ravenna, 29 gennaio 2022 - I rapporti familiari, quelli economici, le patologie che avevano segnato l’ultima parte della vita del defunto, i medicinali che assumeva e soprattutto i dettagli legati al giorno in cui è morto. In totale, nella tarda mattinata di ieri, in procura sono stati interrogati per quasi un paio di ore a testa il figlio e la badante del 67enne Danilo Molducci, a lungo medico di Campiano prima di andare in pensione, deceduto la mattina del 28 maggio scorso nella sua abitazione della frazione ravennate in circostanze da chiarire.

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Ed è proprio per procedere con tutti gli accertamenti tecnici necessari, assicurando ai diretti interessati le garanzie previste dalla legge, che già dall’apertura del fascicolo per omicidio volontario, era stato notificato l’avviso di garanzia a entrambi. Ovvero la collaboratrice domestica che aiutava il medico in tutte le incombenze – una 51enne di origine romena difesa dall’avvocato Antonio Giacomini – e il figlio del defunto, il 39enne Stefano Molducci di Terra del Sole, noto per essere stato in passato segretario del Pd di Castrocaro (è difeso dall’avvocato Claudia Battaglia).

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Agli interrogatori, avvenuti in maniera separata, oltre ai diretti interessati e ai loro difensori, era presente il pm Angela Scorza, titolare del fascicolo. In quanto al 39enne, secondo la sintesi offerta dalla difesa, ha risposto a tutte le domande con sincerità ed è ora in fiduciosa attesa di richiesta di archiviazione. La badante, che si trovava in Romania, è tornata per sottoporsi a interrogatorio.

La donna ha riferito che la mattina del decesso si trovava nell’abitazione e che Molducci si era svegliato normalmente: poi però lei aveva notato che lui aveva le unghie scolorite e aveva chiamato il figlio. Questi le avrebbe suggerito di chiamare in pronto soccorso qualora le anomalie avessero dovuto persistere. E così lei aveva fatto: erano arrivati gli operatori del 118 i quali l’avevano invitata a uscire dalla stanza. Poco dopo erano usciti pure loro, dicendole che il dottore era morto. È inoltre emerso che il figlio del defunto aveva poi lasciato alla badante la disponibilità dell’abitazione del 67enne. In ogni cas o spetterà ora alla procura valutare la valenza delle parole dei due indagati comprese le eventuali contraddizioni.

L’interrogatorio si candida a essere l’ultimo atto dell’inchiesta prima della richiesta di archiviazione o, all’opposto, dell’esercizio dell’azione penale. Del resto sono già noti i risultati di tutte le consulenze tecniche. In particolare, dall’analisi medico-legale era emerso un quantitativo di benzodiazepine in dose inquadrabile tutto sommato come terapeutica. Dall’esame grafologico, era inoltre emerso che per alcune ricette c’era compatibilità con le scritture della collaboratrice domestica e del figlio.