LORENZO PRIVIATO
Cronaca

"Il divano? Cinque euro per sedervi", imprenditore imputato per maltrattamenti a moglie e figlie

A processo un 60enne di Sant’Agata sul Santerno: monetizzava ogni azione. "Una volta non gli lavai e stirai le camicie, lui mi detrasse le spese di lavanderia"

"Il divano? cinque euro per sedervi", imprenditore imputato per maltrattamenti a moglie e figlie

"Il divano? cinque euro per sedervi", imprenditore imputato per maltrattamenti a moglie e figlie

Faenza (Ravenna), 23 maggio 2024 – Non solo il tipico repertorio dei maltrattamenti: botte, insulti, umiliazioni. Ma anche una vera e propria monetizzazione quotidiana di ogni azione. Tutto, insomma, ricondotto ai soldi. Persino imponendole una sorta di pedaggio per l’utilizzo del divano, oppure trattenendole le spese di lavanderia dopo che lei non gli aveva lavato e stirato le camicie. Per questo un 60enne imprenditore di Sant’Agata sul Santerno ora è imputato di maltrattamenti in famiglia nei riguardi della moglie – parte civile con la tutela dell’avvocato Francesco Manetti – e delle figlie.

L’uomo è difeso dagli avvocati Brunella Baruzzi e Federica Montanari e ieri, in udienza preliminare, davanti al Gup Andrea Galanti le difese hanno optato per un processo con rito abbreviato con produzione documentale e imputato che sarà ascoltato alla prossima udienza fissata a luglio. I fatti sono collocati fino all’estate dello scorso anno e al momento sono in atto le trattative per la separazione, con l’uomo già colpito dalle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del pagamento di un assegno periodico in favore della moglie.

La coppia era sposata da più di vent’anni e la donna, anche confidandosi con le amiche, aveva riferito di maltrattamenti subiti a partire dal 2003. Atteggiamenti aggressivi che in alcuni casi l’avevano costretta a rivolgersi alle cure del pronto soccorso e a seguire un percorso psicoterapeutico. La vittima avrebbe subito le angherie del marito, da cui dipendeva economicamente e che su di lei riversava l’intera gestione domestica e familiare, in cambio di un versamento fisso mensile di 1400 euro. Anche verso le figlie avrebbe avuto un atteggiamento particolarmente odioso, non consentendo loro di consumare alimentari acquistati dal padre, né di utilizzare il divano da lui acquistato, per il quale era arrivato a imporre la regola del versamento di un piccolo corrispettivo monetario: 5 euro ogni volta che le donne vi si fossero sedute. Atteggiamento che, secondo la Procura, non aveva finalità provocatorie, bensì di vera e propria imposizione, al punto che la moglie si era vista costretta a comprare un altro divano, per sé e per le figlie.

In un’occasione, l’imputato aveva detratto dalla quota fissa mensile le spese di lavanderia in quando la moglie non gli aveva lavato e stirato le camicie. Nel 2003, non accettando che la donna, in autonomia, avesse montato delle mensole, ne aveva scaraventato il contenuto in giardino. Un "atteggiamento dispotico, maschilista e svilente", a detta del Gip che ne ha disposto l’allontanamento, che l’uomo avrebbe palesato anche in presenza di altre persone e culminato con aggressioni fisiche, tra cui, nel 2009, strattonamenti e spinte a terra che provocarono alla donna la frattura del braccio. Ad agosto 2023 l’ultimo episodio violento – spinta, schiaffeggiata e afferrata per il collo – aveva indotto la moglie a sporgere denuncia.