Faenza in guerra con i rifiuti, nel fango il cimitero dei ricordi: tonnellate di oggetti da smaltire

Per le vie della città cataste di povere cose, pezzi di vita violentati dalla furia dell’acqua. Le ruspe sono al lavoro giorno e notte, nascono maxi discariche a cielo aperto

La montagna dei rifiuti vista dal drone  a Faenza

La montagna dei rifiuti vista dal drone a Faenza

Faenza (Ravenna), 25 maggio 2023 – Prima sommersa dall’acqua. Poi da una quantità enorme di oggetti distrutti dal fango, estratti da cantine, garage, appartamenti, negozi. Così come nelle altre città della Romagna, a Faenza è emergenza rifiuti. Si parla di 30mila tonnellate – quelli che la città produce in un anno – ammassati non solo nei grandi punti di raccolta fuori città, ma ancora accatastati in molte delle vie finite sott’acqua tra il 16 e il 17 maggio.

La montagna dei rifiuti vista dal drone  a Faenza
La montagna dei rifiuti vista dal drone a Faenza

In queste ore l’esercito e la Protezione civile hanno fatto arrivare in città cinquanta mezzi supplementari, che dovrebbero riuscire a liberare Faenza dai cumuli di materiali gettati nelle strade. Alcune vie paiono ormai sgombre, altre sono ancora ostruite da macerie: molto dipende dalla celerità con cui le cantine sono state ripulite e dal numero di volontari al lavoro. Da lunedì l’amministrazione comunale ha deciso un cambio di passo nell’operazione di pulizia, dividendo la città in 16 zone che di volta in volta, in base agli interventi delle squadre delle colonne della Protezione civile volontaria arrivate da tutta Italia, vengono classificate ‘Zona Rosse’, quindi aperte solo ai residenti, così da rendere più semplice e veloce l’intervento.

I camion con i bracci meccanici, i cosiddetti ’ragni’, sono in azione pressoché costante, giorno e notte. Mordono incessantemente le cataste, cumuli di testimonianze di vita, ricordi spazzati via. I residenti e i volontari che scavano tra il fango di via Bettisi, una delle zone più colpite dall’alluvione, sfiorano con le dita poveri resti di un mondo che fu. Spunta un mappamondo che qualcuno ha deposto in cima a un cumulo di macerie. Ma è difficile riconoscere qualcosa sulla superficie ricoperta di fango, così come non è semplice capire a quale Mondiale di calcio fossero ispirati i molti palloni che qualcuno ancora colpisce con un ultimo calcio prima di abbandonarli per sempre nel mucchio.

È una sorta di galleria della memoria, molti oggetti, evidentemente conservati negli scantinati, provengono da altre epoche. Tra chi si lascia incantare da alcuni dei reperti del secolo scorso ci sono alcuni giovanissimi, che forse non hanno mai avuto fra le mani una bambola o una riproduzione del Commissario Rex. E poi ci sono i libri. Titoli evocativi, quelli che tutti almeno una volta nella vita hanno avuto fra le mani. Ammassati in strada e coperti di fango spuntano l’Odissea, il ‘Piccolo principe’ di Saint-Exupéry, ‘La conquista della felicità’ di Bertrand Russell, e ancora un libro illustrato sui castelli d’Italia.

Addirittura più spaventose dei cumuli di rifiuti sono le finestrelle affacciate su cantine e garage ormai spettralmente vuoti, dove sembra non rimanere nulla della quotidianità e dei ricordi delle persone che vivono in questi quartieri.

A pochi chilometri dalla città è sorta dal nulla una gigantesca discarica vicino all’autostrada, un serpentone di rifiuti che si allunga dove c’era il cantiere del centro commerciale Le Perle, abbandonato da molti anni.

La differenziazione per forza di cose è minima: solo i rifiuti elettronici sarebbero destinati a cumuli separati ma questo raramente accade.