Morta nell’indifferenza dopo il malore: in un filmato le fasi del dramma

Le telecamere del Comune hanno ripreso tutto, al momento non si ravvisa l’omissione di soccorso. L’83enne ex insegnante tossisce in modo persistente, su decine di passanti nessuno percepisce il pericolo

Laura Angelini, 83 anni e insegnante in pensione, è morta per un malore

Laura Angelini, 83 anni e insegnante in pensione, è morta per un malore

Ravenna, 11 febbraio 2024 – Non appena si sente male, scende dalla bicicletta, che ferma col cavalletto, poi si siede su una panchina di via Mazzini, all’angolo con la cancellata della parrocchia di Sant’Agata Maggiore. Da lì comincia il calvario di Laura Angelini, l’83enne insegnante in pensione deceduta lunedì scorso per un infarto dopo un’inutile corsa verso l’ospedale a bordo dell’auto di uno dei figli che, da lei contattato, era corso a soccorrerla. Le telecamere comunali installate lungo la via hanno ripreso ogni fase di quel dramma, il filmato è stato acquisito e analizzato dalla Polizia locale che invierà un’informativa alla Procura. Al momento, stando ai primi accertamenti, non si ravviserebbe l’ipotesi di omissione di soccorso ipotizzata in prima battuta. La registrazione dura diversi minuti durante i quali la donna, sempre rimasta seduta, tossisce in maniera persistente e convulsa, talvolta si sporge in avanti, verso la bicicletta che ha appoggiato proprio davanti a sé. È un lunedì di sole, da via Mazzini passano tante persone, giovani, donne, anziani. Tanti in bicicletta, altrettanti a piedi. Dalla laterale via Vincenzo Carrari si immettono diverse auto, ma nessuno si avvede di nulla. Nessuno si ferma, non uno che percepisca che quel tossire compulsivo possa nascondere i sintomi di un malessere potenzialmente letale.

Possibile che nessuno avesse capito la gravità della situazione? si sono domandati i familiari. Tutti guardano avanti, tra chi è al telefono, chi in compagnia e chi pensa ad altro. Solo una donna, ad un certo punto, mentre percorre via Mazzini in direzione della periferia, si ferma un istante, la guarda, ricomincia a camminare, si riferma nuovamente dopo alcuni metri e poi tira dritto definitivamente. Ma nessun altro lo fa. Le immagini, in quanto mute, non chiariscono fino a che punto la stato di malessere della donna fosse evidente e percepibile, e se avesse chiesto aiuto a qualcuno. Eppure quel continuo oscillare avanti e indietro avrebbe potuto attirare l’attenzione di almeno uno delle decine di passanti che percorrevano una delle strade principali del centro. La signora, nel frattempo, aveva telefonato al figlio, che arriva in auto e carica la madre, portandola via in una corsa disperata. La bicicletta, nel frattempo appoggiata contro il muro, era poi sparita. Un figlio aveva comprensibilmente pensato a un furto. In realtà erano intervenuti gli agenti della Polizia locale, che l’avevano presa in custodia e, non appena espletate le pratiche relative, la riconsegneranno alla famiglia.

l. p.