
L’ente aveva messo sul tavolo 437mila euro, la proprietà ne pagò 600mila nel 2022 per rilevare l’area
Seppur lentamente, come era razionalmente prevedibile, la vicenda dell’acquisizione pubblica dell’area naturalistica dell’Ortazzo e Ortazzino sembra avvicinarsi alla soluzione finale all’interno di una trattativa fra le parti: oggetto del ‘contendere’, a tutt’oggi (e pure questo era ampiamente previsto), è solo l’ammontare della somma che l’Ente Parco Delta del Po dovrà sborsare. Da una parte ci sono i 437mila euro messi sul tavolo dal Parco già nel novembre 2023, ma attraverso la procedura del ‘diritto di riscatto’, dall’altra quanto meno i 600mila euro che l’attuale proprietà dell’area, la Miura Re spa (nuovo nome della Real Estate Italy spa) pagò nel 2022 alla originaria proprietaria, la Immobiliare Lido di Classe srl (è comunque bene ricordare ancora una volta che si tratta di società tutte nell’orbita dello stesso gruppo Real Estate).
Per tacere della ben più alta somma, un milione e 60mila euro, che Real Estate Italy spa avrebbe ricavato dalla vendita dei 477 ettari alla società ferrarese Gobbino srl (gruppo Mazzoni). Il compromesso fu firmato a settembre 2023, ma poi è decaduto un anno fa a seguito dell’iniziativa del Parco di esercitare il (preteso) diritto di riscatto. L’affermazione iniziale secondo cui è in corso una concreta trattativa per raggiungere un accordo sul ‘quantum’ scaturisce dal fatto che entrambe le parti, a fine novembre, alla seconda udienza davanti al giudice civile del tribunale di Ravenna, hanno concordemente chiesto uno slittamento e il giudice ha quindi fissato la nuova udienza a febbraio.
"È tornaconto di entrambi giungere a un accordo sul passaggio di proprietà...e in questi casi è altrettanto ovvio che le trattative procedono a piccoli passi, si tratta unicamente di giungere a un compromesso economico che soddisfi sia gli uni sia gli altri": si sottolinea da parte della proprietà Miura Re spa. Una trattativa che dovrà tener conto verosimilmente anche del danno da lucro cessante a favore dell’attuale proprietà a seguito del mancato introito di quel milione e 60 mila euro; in tal contesto non è da escludere che sia necessario un ulteriore rinvio dell’udienza per la definizione dei dettagli. Insomma, a oggi sembra ormai certo, come già avevamo più volte sottolineato all’indomani dell’avvio della causa civile da parte del Parco Delta del Po, che si arrivi a un compromesso e che non debba essere il giudice a entrare nel merito della causa: che, come si sa, fa riferimento alla sussistenza o meno del diritto al riscatto.
L’Ente Parco ha sempre sostenuto che l’originaria proprietaria, la Immobiliare Lido di Classe srl, non aveva formalmente rispettato i necessari passaggi per permettere di esercitare il diritto di prelazione su quei 477 ettari (vera e propria oasi naturalistica superprotetta) mentre Real Estate Italy spa ha sempre contestato questo assunto. Di qui l’avvio della causa da parte del Parco: la prima udienza si era tenuta a giugno 2024. Come si ricorderà, peraltro, l’Ente Parco all’avvio della vicenda denunciò pubblicamente il fatto di non essere stato messo in grado, dagli enti istituzionali, di disporre del finanziamento necessario per esercitare fin da subito il diritto di prelazione. C’è anche da aggiungere che i 437 mila euro indicati dal Parco nella notifica del riscatto sono relativi alle sole aree A e B dell’Ortazzo (ovvero quelle a massima tutela) e non all’area C per la quale il Parco ha ritenuto insussistente l’originario diritto di prelazione (e quindi il conseguente, presunto, diritto di riscatto).
Nei primi mesi del 2024 la Comunità del Parco del Delta del Po aveva deciso di adottare una variante di riclassificazione dei confini delle aree, portando a 161 ettari la zona A inglobando 90 ettari della B e classificando come B l’area C (72 ettari). Una tale riclassificazione era stata sollecitata per la prima volta nel 2023 dalla capogruppo dei Verdi in Regione Silvia Zamboni e dalle associazioni ambientaliste ravennati; un passo al quale, a novembre, seguì un ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale e proposto da Lista per Ravenna. Lo stesso raggruppamento, due mesi fa, con un ordine del giorno firmato anche da Pri, Pd e Viva Ravenna, aveva ribadito l’opportunità che il Parco accelerasse l’approvazione di quella riclassificazione.
Carlo Raggi