Reportage dall’alluvione: Sant’Agata, il paese sepolto dal fango: “Ho perso 21 anni di sacrifici”

Tremila abitanti in provincia di Ravenna: è uno dei paesi più colpiti dalla furia dell’acqua. Florica tenta di salvare le foto di famiglia. Il marito piange: non ci è rimato più nulla

Sant’Agata sul Santerno (Ravenna), 23 maggio 2023 – "Potete scattare tutte le foto che volete, chi le guarderà non avrà nemmeno la minima percezione di come siamo messi e di cosa stiamo passando". Florica, 56 anni, è una delle abitanti di Sant’Agata sul Santerno (video). Un paese di nemmeno 3mila anime dove l’esondazione del fiume non ha risparmiato neanche un’abitazione. Qui acqua e fango hanno travolto ogni cosa, causando anche due vittime.

Sabou indica quel che resta della sua casa, travolta dal fango
Sabou indica quel che resta della sua casa, travolta dal fango

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Florica è in piedi davanti a uno stendibiancheria per metà immerso nel fango. Ci invita a raggiungere quello che una volta era il giardino, oggi una sorta di palude. "Ecco, questo è tutto ciò che mi è rimasto", ci dice mentre indica delle fotografie ancora fradice e stese come se fossero della biancheria.

"Sono delle foto con i miei figli, con i miei nipoti. Lì, invece, ci sono i documenti della banca per il mutuo sulla casa. L’abbiamo comprata due anni fa e settimana scorsa l’abbiamo persa per sempre prima ancora di aver terminato le rate". Il marito, Sabou, origlia la conversazione dallo scantinato mentre con una pala prova a bonificare strati di fango alti fino alle ginocchia. Fa fatica a parlare, davanti agli occhi ha 21 anni di sacrifici persi in poche ore. Non riposa da giorni, spala da quasi 24 ore pur di non soffermarsi a pensare: "Evito giornali e tv, non ce la faccio a leggere nessuna notizia perché mi piange il cuore. Ieri sono stato a Imola da mio figlio per darmi una lavata, quando sono tornato ho avuto modo di vedere il resto di Sant’Agata e mi sono sentito male".

Florica e Sabou non trattengono le lacrime quando ci mostrano i segni sui muri lasciati dal livello dell’acqua, mentre il pavimento della loro abitazione è visivamente rialzato: "L’acqua ha sfondato le mattonelle facendo esplodere in più punti il pavimento, il bagno è l’unica parte rimasta intatta".

Intanto tra le strade del paese, fin dalle prime ore del mattino, i camion della protezione civile continuano a raccogliere tonnellate di macerie e oggetti ammassati ai bordi delle case. Giovanni, 86 anni, non ha la forza di dare una mano. Se ne sta seduto nel pianerottolo a guardare chi, con grande solidarietà, lo sta aiutando. Applaude e ringrazia mentre si commuove: "Se avessi qualcosa da offrire a questi volontari lo farei, ma non mi è rimasto nulla - spiega -. Io sono vecchio e in vita mia ne ho viste di cose brutte, ma come questa mai! Quando è arrivata l’acqua ero al piano di sopra, ma ho avuto ugualmente molta paura. Come altri anch’io ho perso tutto, qualsiasi cosa c’era al piano terra ormai è perduta".

A qualche metro di distanza un gruppo di volontari spala il fango in un corridoio fatto di carcasse di auto e montagne di oggetti ormai irriconoscibili. Sono in cinque e stanno dando tutti una mano a Fabrizio alle prese con il fango in un quartiere dove le ruspe non sono ancora riuscite a bonificare. "Sono venuto da Lugo per provare a salvare la casa di mia suocera ma non so come fare. Ci sono venti centimetri di melma e con il caldo che sta facendo farà presto a seccarsi. E una volta secco cosa potrò fare?".

Intanto due volontarie di nome Silvia gli passano accanto trascinando nella vanga più fango possibile: "Veniamo da Porto Fuori ed è già il secondo giorno che siamo qui a dare una mano. L’azienda dove lavoriamo attualmente è chiusa e ci è sembrato il minimo concentrare qui le nostre forze. Purtroppo la situazione è da brividi ma vedere questa solidarietà fa bene a tutti.".