Rigassificatore di Ravenna: completato il 70% delle opere a terra

In mare siamo al 30%. Da febbraio si lavora allo smantellamento della piattaforma Petra che verrà seguito dall’installazione delle strutture per la nuova piattaforma in Adriatico

Vanno avanti i lavori per il rigassificatore nel mare davanti a Ravenna

Vanno avanti i lavori per il rigassificatore nel mare davanti a Ravenna

Ravenna, 14 aprile 2024 – Avanzano secondo la tempistica programmata i lavori per il rigassificatore. Lo stato di avanzamento dei lavori è pari a circa il 70% delle opere a terra e a circa il 30% delle opere a mare. Da febbraio si sta lavorando allo smantellamento della piattaforma Petra che verrà seguito dall’installazione, nella prima settimana di maggio, delle strutture per la nuova piattaforma in mare.

Cos’è e come funziona un rigassificatore

I lavori per la diga dureranno circa 27 mesi con previsione di inizio a giugno. La posa della condotta sottomarina avrà luogo nel mese di giugno 2024. Intanto, proprio di recente, ICOP, società di ingegneria del sottosuolo e tra i principali operatori europei in ambito fondazioni speciali e microtunneling, ha completato i lavori infrastrutturali per la realizzazione, per i committenti Snam e Saipem, dei 1.300 metri di microtunnel di collegamento fra il metanodotto offshore e quello onshore della rete nazionale. Inoltre, la nave Yudin, che per conto della Micoperi (parte del raggruppamento di imprese impegnate nei lavori insieme a Saipem e Rossetti) avrà il compito di svolgere alcune operazioni necessarie alla nuova piattaforma del rigassificatore BW Singapore di Snam, ha superato indenne il Mar Rosso e, successivamente, lo stesso canale di Suez e si trova ora nel Mediterraneo alla volta di Ortona.

Il "cuore" del rigassificatore sarà rappresentato dalla BW Singapore, acquistata da Snam per circa 367 milioni di euro, che può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (GNL) sia come FSRU. La nave, costruita nel 2015, ha una capacità di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno.

La FSRU, al fine di garantire la massimizzazione dell’utilizzo della propria capacità di rigassificazione, sarà ubicata al largo delle coste di Ravenna, a circa 8 chilometri di distanza da Punta Marina. Si prevede che la FSRU, dopo essere stata allacciata ai metanodotti on-shore e off-shore (attualmente in costruzione) ed essere così collegata alla rete nazionale di trasporto del gas, inizi ad operare a Ravenna nel corso del 2025.

L’investimento è di circa un miliardo e 25 milioni arriveranno da Snam alla città di Ravenna sotto forma di compensazioni e mitigazioni. Nel momento di maggiore intensità, saranno al lavoro sul progetto 1.200 persone e rilevanti sono le ricadute per il territorio ravennate: sono coinvolti più di cento fornitori provenienti dalla provincia di Ravenna e dalla regione mentre sono stati assegnati contratti a imprese del territorio ravennate per più di 300 milioni, con Rosetti Marino e Micoperi in prima fila. Come disse Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, emerge la centralità della città nella strategia energetica nazionale.

"Il rigassificatore a Ravenna serve perché la guerra in Ucraina ci ha insegnato che dobbiamo diversificare le nostre fonti di approvvigionamento e la rigassificazione è perfetta visto l’elasticità che consente quanto a provenienza geografica del gas. Attualmente il gas che proviene da questa fonte vale circa 28 miliardi metri cubi che coprono oltre il 35% del consumo nazionale. E a Ravenna la nave che stiamo installando ha una capacità di 5 miliardi di metri cubi l’anno".

Intanto, va avanti anche il cantiere per la cattura dell’anidride carbonica e lo stoccaggio nei giacimenti di metano dismessi attraverso il progetto Ravenna CCs, una joint venture paritetica tra Eni e Snam. L’hub di Ravenna diventerà il sito di riferimento del Mediterraneo per lo stoccaggio permanente della CO2 con una capacità totale ad oggi valutata in oltre 500 milioni di tonnellate. L’avvio della Fase 1 del progetto CCS Ravenna è previsto entro il 2024 con l’iniezione e lo stoccaggio permanente - nel giacimento esausto di gas di Porto Corsini mare ovest, situato al largo di Ravenna - di un quantitativo di CO2 che può arrivare fino a 25mila tonnellate all’anno. La CO2, in particolare, sarà catturata dalla centrale a gas di Casal Borsetti di Eni. La successiva fase industriale sarà avviata a partire dal 2027 e permetterà anche alle industrie energivore interessate di catturare e stoccare la loro CO2.

Entro il 2030 sarà possibile raggiungere una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno al 2030; successivamente ulteriori espansioni potranno portare i volumi a più di 16 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, in base alle richieste provenienti dal mercato.