Regione Emilia Romagna, ore decisive: nel totonomi per la presidenza anche De Pascale e Corsini

Il Governatore Bonaccini potrebbe candidarsi alle Europee di giugno, lasciando così libero il suo posto. Ecco i nomi per la successione: in ballo anche l’assessore Colla e l’europarlamentare Gualmini

Ore decisive per la Regione. Se Bonaccini lascia ecco chi c’è: qui sopra il Governatore con De Pascale

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Ravenna, 21 marzo 2024 – C’è chi l’aveva detto mesi fa: "De Pascale potrebbe dimettersi da sindaco di Ravenna per correre alle Regionali". Sembrava una frase gettata lì, una delle consuete boutade politiche giusto per alzare un po’ di polverone. Eppure oggi quello scenario è difficile, ma possibile. E Ravenna potrebbe essere chiamata a eleggere un nuovo sindaco prima del previsto.

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Facciamo un passo indietro. La pietra angolare della storia ha un nome, quello di Stefano Bonaccini, il suo secondo mandato da presidente della Regione è agli sgoccioli. Quindi alla naturale scadenza alla fine del 2024 il governatore è destinato a lasciare l’ufficio del palazzone di viale Moro a Bologna. Ma qui entra in gioco Elly Schlein. La segretaria del Pd spinge perché Bonaccini si candidi alle Europee, per le quali si vota l’8 e il 9 giugno. Non c’è molto tempo, e lui ci sta pensando, perché il treno passa ora. Ed eccoci al punto, se Bonaccini accetta di candidarsi per Strasburgo, bisognerà andare al voto per il suo successore in Regione. E fra i candidati c’è anche Michele de Pascale, attualmente legato alla fascia tricolore di sindaco di Ravenna fino al termine del 2026. Ma il politico cervese non è l’unico nome in lizza, Oltre al suo c’è quello di Andrea Corsini, cervese pure lui, apprezzato assessore regionale al secondo mandato, di Elisabetta Gualmini, modenese ed europarlamentare. E poi c’è Vincenzo Colla, piacentino, assessore regionale allo sviluppo economico, un candidato forte.

Giochi aperti quindi, il nome di De Pascale circola da un po’, perché ritenuto con i requisiti giusti. Governa con coalizione larga, è giovane (39 anni); con l’Upi (Unione province italiane) ha relazioni nazionali di ottimo livello. Infine il turnover dei Dem prevede che dopo il modenese Bonaccini sulla poltrona di governatore si sieda un romagnolo. Quindi la possibilità c’è, eccome se c’è, per De Pascale e anche per Corsini. Dichiarazioni ufficiali non ce ne sono, perché queste sono le ore decisive, basta una parola sbagliata per ritrovarsi fuori dai giochi.

De Pascale, se arrivasse l’offerta di candidarsi per la Regione, senza primarie, difficilmente la rifiuterebbe. La politica fa parte della sua vita fin da quand’era giovanissimo. Si mise in gioco nel 2016 alla morte di Enrico Liverani, candidato sindaco a Ravenna, riuscendo a farsi eleggere. Ora è a quasi metà del secondo mandato, il lavoro è avviato, e anche se la scadenza è lontana questa ipotesi la prenderebbe in considerazione, con cautela ovviamente, un po’ per le reazioni che dalle opposizioni si scatenerebbero per una sua eventuale uscita di scena anticipata, ma si sa, questo è il gioco della politica, un po’ perché non dipende da lui, tutto è legato a cosa deciderà Bonaccini .

Se per caso ci fosse questa possibilità e De Pascale accettasse di candidarsi non dovrebbe dimettersi subito da sindaco: alle urne regionali si andrà verso la fine del 2024, e fino ad allora potrebbe governare la città. E solo se fosse eletto lascerebbe Palazzo Merlato, in mano a un reggente (un assessore), e a Ravenna si tornerebbe alle urne a primavera. Vedremo, l’8 giugno, non è lontano, questi sono i giorni decisivi, e le trattative si intrecciano, in attesa soprattutto della scelta di Bonaccini. Perché dipende tutto da lui.