"Non scartiamo a priori nessuna possibilità, ma in questo momento, la nostra società è concentrata nell’allestimento di una squadra che possa competere per posizioni di alta classifica nel prossimo campionato di serie D". Gabriele Pezzi è più realista del re. Il presidente dell’Associazione Ravenna Fc – socio di maggioranza del Ravenna Fc – ha commentato in questi termini la notizia dell’esclusione (almeno per ora) di Teramo e Campobasso dal prossimo campionato di serie C, e l’ipotesi legata ad un eventuale ripescaggio del club giallorosso. Fermo restando che Teramo e Campobasso avranno la possibilità di fare ricorso contro la decisione di esclusione da parte dell’organo di vigilanza dei club di serie C, la realtà dei fatti è molto ‘stretta’ per il Ravenna. Se anche la Federcalcio dovesse confermare l’esclusione di Teramo e Campobasso, le pretendenti al ripescaggio sono davvero tante. La prima scelta – secondo le regole stabilite per quest’anno – andrebbe ad un club di serie C appena retrocesso, che è già stato individuato nella Fermana. Al secondo ‘posto vacante’ avrebbe diritto un club di serie D, fra quelli vincitori dei playoff e, in seconda battuta, fra i club che hanno perso la finale playoff (come il Ravenna). In questa graduatoria, scremata già dei club che si sono ‘chiamati fuori’, in pole position c’è al momento la Torres, seguita da Francavilla e Varese. I giallorossi – al 1° posto fra le squadre che hanno perso la finale playoff – entrerebbero in gioco solo se tutte queste società di serie D dovessero rinunciare; se non avessero i requisiti strutturali (cioè lo stadio in regola), o se non avessero i requisiti economici (300mila euro da versare a fondo perduto). Il Ravenna da parte sua ha la struttura (lo stadio ’Benelli’ già pronto per la serie C), e ha fatto intendere di avere anche la copertura economica per i 300mila euro. Ma, perdendo la finale playoff contro il Lentigione, si è fatta scavalcare da 9 squadre, fra cui, appunto, Torres, Francavilla, Varese e Casatese (oltre a Poggibonsi, Lentigione, Clodiense, che si sono immediatamente auto escluse; e a Cavese e Samb, che non sono ‘ripescabili’ per averne già usufruito in tempi recenti). "Restiamo abbottonati – ha aggiunto Gabriele Pezzi – ma anche vigili sul fronte ’ripescaggio in C’. Tanto per chiarirci: il direttore tecnico Grammatica (a destra nella foto con Pezzi) e l’allenatore Serpini sono concentrati e sono al lavoro per allestire una squadra competitiva in serie D. Convocheremo il cda solo nel momento in cui si dovessero concretizzare altri scenari legati appunto ad un eventuale ripescaggio in serie C. In quel caso, si discuterà e si valuterà la soluzione migliore per il nostro club". Ma l’Associazione Ravenna Fc, ha concluso il presidente, "è anche molto impegnata sul fronte del settore giovanile. Una criticità che vorremmo risolvere è quella legata al centro sportivo dove svolgere le attività giovanili, che manca. Il polisportivo Darsena sarebbe la soluzione ideale. L’amministrazione comunale ne è al corrente, ma ci sono problemi legati alla struttura e alla sua fruibilità".

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"Non scartiamo a priori nessuna possibilità, ma in questo momento, la nostra società è concentrata nell’allestimento di una squadra che possa competere per posizioni di alta classifica nel prossimo campionato di serie D". Gabriele Pezzi è più realista del re. Il presidente dell’Associazione Ravenna Fc – socio di maggioranza del Ravenna Fc – ha commentato in questi termini la notizia dell’esclusione (almeno per ora) di Teramo e Campobasso dal prossimo campionato di serie C, e l’ipotesi legata ad un eventuale ripescaggio del club giallorosso.
Fermo restando che Teramo e Campobasso avranno la possibilità di fare ricorso contro la decisione di esclusione da parte dell’organo di vigilanza dei club di serie C, la realtà dei fatti è molto ‘stretta’ per il Ravenna. Se anche la Federcalcio dovesse confermare l’esclusione di Teramo e Campobasso, le pretendenti al ripescaggio sono davvero tante.
La prima scelta – secondo le regole stabilite per quest’anno – andrebbe ad un club di serie C appena retrocesso, che è già stato individuato nella Fermana. Al secondo ‘posto vacante’ avrebbe diritto un club di serie D, fra quelli vincitori dei playoff e, in seconda battuta, fra i club che hanno perso la finale playoff (come il Ravenna). In questa graduatoria, scremata già dei club che si sono ‘chiamati fuori’, in pole position c’è al momento la Torres, seguita da Francavilla e Varese. I giallorossi – al 1° posto fra le squadre che hanno perso la finale playoff – entrerebbero in gioco solo se tutte queste società di serie D dovessero rinunciare; se non avessero i requisiti strutturali (cioè lo stadio in regola), o se non avessero i requisiti economici (300mila euro da versare a fondo perduto). Il Ravenna da parte sua ha la struttura (lo stadio ’Benelli’ già pronto per la serie C), e ha fatto intendere di avere anche la copertura economica per i 300mila euro.
Ma, perdendo la finale playoff contro il Lentigione, si è fatta scavalcare da 9 squadre, fra cui, appunto, Torres, Francavilla, Varese e Casatese (oltre a Poggibonsi, Lentigione, Clodiense, che si sono immediatamente auto escluse; e a Cavese e Samb, che non sono ‘ripescabili’ per averne già usufruito in tempi recenti).
"Restiamo abbottonati – ha aggiunto Gabriele Pezzi – ma anche vigili sul fronte ’ripescaggio in C’. Tanto per chiarirci: il direttore tecnico Grammatica (a destra nella foto con Pezzi) e l’allenatore Serpini sono concentrati e sono al lavoro per allestire una squadra competitiva in serie D. Convocheremo il cda solo nel momento in cui si dovessero concretizzare altri scenari legati appunto ad un eventuale ripescaggio in serie C. In quel caso, si discuterà e si valuterà la soluzione migliore per il nostro club".
Ma l’Associazione Ravenna Fc, ha concluso il presidente, "è anche molto impegnata sul fronte del settore giovanile. Una criticità che vorremmo risolvere è quella legata al centro sportivo dove svolgere le attività giovanili, che manca. Il polisportivo Darsena sarebbe la soluzione ideale. L’amministrazione comunale ne è al corrente, ma ci sono problemi legati alla struttura e alla sua fruibilità".

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