Il generale Vannacci tra provocazioni e proteste

Centinaia di persone alla presentazione del libro ’Il coraggio vince’ all’Hotel Posta. Mentre a pochi metri, in via Crispi, gli attivisti Aq16 protestano con slogan e fumogeni

Reggio Emilia, 18 marzo 2024 – Una serata surreale, in centro a Reggio, con pochi passanti ma molte auto di polizia e carabinieri schierate nei punti strategici delle piazze. Con la Digos in borghese davanti all’Hotel Posta, nel cuore cittadino.

Sono le 20.30 ed i giovani del centro sociale Aq16 aspettano in piazza Martiri del 7 Luglio che arrivi il generale Roberto Vannacci, preparando i megafoni e srotolando gli striscioni.

Il generale Vannacci all'Hotel Posta e fuori la contestazione
Il generale Vannacci all'Hotel Posta e fuori la contestazione

L’evento di presentazione de ’Il coraggio vince’, secondo libro del graduato incursore, ha richiamato all’albergo una folla che la sala del Palazzo del Capitato non riesce ad accogliere: coppie borghesi ben vestite e politici di primo piano come il coordinatore provinciale di Fd’I Alessandro Aragona, ragazzi con il bomber scuro e signore della “Reggio bene”, ex militari della Folgore con il berretto sul capo, leghisti della prima ora ed esponenti della destra sociale come Luca Tadolini.

Metà dei convenuti non riescono a trovare nemmeno un posto in piedi nella sala. E mentre dentro il generale inizia a raccontarsi, intervistato dal giornalista Pierluigi Ghiggini e dallo scrittore Pierfrancesco Grasselli, fuori Aq16 schiera il suo piccolo ma agguerrito “comitato d’accoglienza" e slogan d’antan: "A Reggio il generale Vannacci non è gradito…", "Vannacci fascista, sei il primo della lista".

E poi striscioni con scritte che inneggiano a "città meticce e queer", cartelli con scritte come "la crisi climatica non è un’opinione" e simboli Lgbtq+.

Giovani donne e uomini delle forze dell’ordine si schierano barriera e, guardando i ragazzi dei centri sociali che avanzano verso l’hotel, viene in mente il Pasolini dell’orazione su Vale Giulia.

Via Crispi diventa all’improvviso tutta rossa quando il centro sociale accende i fumogeni.

Dentro, in sala, si sentono gli slogan e Vannacci: "Non capisco perché restino fuori, se hanno qualcosa da rappresentare perché non vengono qui e non lo spiegano in modo pacato e io rispondo in modo pacato. Anche io ho fato cagnara da giovane, ma in altro modo: con i falò sulla spiaggia insieme agli amici. Se vogliono opporsi, farebbero migliore figura a venire qui. Non mi sottraggo".

Ed aggiunge sarcastico: "Mi sono trovato diverse volte a confrontarmi con queste persone, soprattutto in trasmissioni televisive, e la maggior parte non aveva letto i libri. E poi spesso affrontano tematiche che nemmeno conoscono sui temi dell’ambientalismo, le energie pulite. Devono informarsi studiare, leggere. Parlano di grandi sistemi, di cose poco tangibili, ma si deve discutere, confrontarsi sulla base della realtà e non delle ideologie".

Nel nuovo libro il generale illustra la propria vita, spiegando come è arrivato ad essere ciò che è ed il suo amore di patria: "Gli omosessuali sono eccezionali… Non esiste il gene dell’omosessualità, è una questione di ambiente"; "bisognerebbe dare il reddito di paternità e maternità al genitore che decide di curare la crescita dei figli: ogni bambino al nido costa 2mila euro al mese… Ma riducendo sul lastrico le famiglie, si obbligano i genitori a lasciare l’educazione ai servizi dell’infanzia e si ottiene lo stesso risultato delle dittature"; "non dire i no che fanno crescere, dare tutto su un piatto d’argento ha creato generazioni che non sanno affrontare i problemi, mentre i giovani in Cina ed India si conquistano il posto con le unghie e i denti".

Questa sera  in centro a Reggio due universi separati da un muro di fumogeni.