Picchiato fuori dalla discoteca, cade l'accusa di tentato omicidio: 4 anni ai due giovani

Reggio Emilia, il pm aveva chiesto 16 anni per il 22enne Vernucci e 9 anni per il 19enne Coppolecchia. L’accusa è stata derubricata in lesioni. L’aggredito, Giuseppe Checchia, era rimasto in coma per 17 giorni dopo essere stato colpito da un sasso alla testa

Processo Castellarano, il collegio dei giudici. Mella foto piccola la vittima del pestaggio, Giuseppe Checchia, col suo avvocato. Il ragazzo era rimasto in coma 17 giorni

Processo Castellarano, il collegio dei giudici. Mella foto piccola la vittima del pestaggio, Giuseppe Checchia, col suo avvocato. Il ragazzo era rimasto in coma 17 giorni

Reggio Emilia, 27 marzo 2024 - L'accusa di tentato omicidio, così come le aggravanti, è caduta all'esito del processo di primo grado: il tribunale ha riqualificato la contestazione in lesioni gravi in concorso e ha condannato entrambi gli imputati a 4 anni, comprensivi dello sconto di un terzo della pena dovuto al rito abbreviato.

È il verdetto emesso stamattina dal collegio dei giudici - presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini - per il 22enne Daniele Eugenio Vernucci, di Sassuolo, e il 19enne Kevin Coppolecchia, di Castellarano, i due giovani a processo per la grave aggressione subita da Giuseppe Checchia, modenese oggi 21enne, all'uscita dalla discoteca 'Rockville', nella notte del 9 ottobre 2022, a Castellarano, rimasto in coma 17 giorni dopo essere stato colpito da un sasso alla testa.

Il rito abbreviato era condizionato a una perizia medico-legale chiesta dalla difesa e disposta dal tribunale, dopo essere stata in passato negata. Non era in discussione la responsabilità dei fatti, già ammessa dai due imputati.

Il pubblico ministero Maria Rita Pantani, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, aveva ravvisato per entrambi la volontà di uccidere e, al culmine della requisitoria, nella scorsa udienza aveva domandato pene severe per i due imputati, sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari: 16 anni per Vernucci (che ha anche il braccialetto elettronico) e 9 anni per Coppolecchia, contestando anche le aggravanti dei futili motivi e della minorata difesa, che il collegio stamattina ha fatto decadere così come la recidiva reiterata a carico di Vernucci per una rapina e reati contro il patrimonio.

L’aggressione fuori dal Rockville

Secondo la ricostruzione investigativa, Vernucci avvicinò Checchia impugnando una pietra e la scagliò contro il suo cranio, mentre Coppolecchia gli sferrò un pugno.

Il giovane ferito aveva appena cercato di fare da paciere in una lite scoppiata poco prima in discoteca tra un gruppo di Sassuolo e i  gruppo di Modena.

L’avvocato del ferito: “Nessuno spirito di vendetta”

I giudici hanno anche condannato gli imputati al risarcimento in sede civile e a una provvisionale di 40mila euro a Checchia, costituito parte civile attraverso l'avvocato Marco Augusto Pellegrini: "Da parte del mio assistito non vi è mai stata alcuna richiesta di una pena esemplare e neppure uno spirito di vendetta - dichiara il legale -. Parliamo di un fatto avvenuto tra ragazzi: speriamo che serva per una crescita personale".

Esprime soddisfazione il pool dei difensori dei due imputati, composto dagli avvocati Roberto Ghini, Valentina Schenetti e Roberta Pasquesi: "I nostri assistiti, che avevano ammesso da subito i fatti, sono dispiaciuti e si sono impegnati a risarcire Checchia, rimasto ferito per una fatalità dopo che una lite tra ragazzi si è trasformata in qualcosa di più. Le nostre richieste sono state tutte accolte: come da noi sostenuto, e oggi riconosciuto dal tribunale, non si trattò di un tentato omicidio, ma di un fatto diverso, sul quale le indagini sono state carenti e la richieste di pena sproporzionate - sostiene Ghini -. Speriamo che questa vicenda serva comunque da monito per i giovani perché capiscano che da una lite possono derivare anche conseguenze molto serie".