Saman, lo zio Danish ai pm: "L’ho trovata morta, e ho rischiato anch’io. E’ stata la madre”

In un lungo interrogatorio richiesto dallo stesso imputato lo zio della diciottenne pachistana ricostruisce la vicenda. I due cugini lo avrebbero chiamato avvertendolo di un litigio mortale

Saman e lo zio Danish, che si protesta innocente e accusa la madre della ragazza

Saman e lo zio Danish, che si protesta innocente e accusa la madre della ragazza

Reggio Emilia, 23 marzo 2023 – Dice di essere stato incastrato dagli altri parenti perché sapevano che lui avrebbe parlato e che loro volevano ucciderlo. Fornisce una sua versione dei fatti sui giorni prima dell’omicidio di Saman Abbas e sulla stessa notte della morte della diciottenne pachistana che aveva rifiutato il matrimonio combinato con il cugino in patria. Le lancette si riavvolgono all’aprile 2021. Danish Hasnain, lo zio della 18enne pakistana uccisa, è colui che ha fatto trovare il cadavere della ragazza sepolto sotto un casolare a Novellara.

E ancora una volta lui ribadisce di averla vista già morta. Ha chiesto di essere interrogato dalla Procura nel filone di indagini connesso al processo aperto davanti alla Corte d’Assise, che vede imputati oltre a lui i genitori della vittima, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e i cugini Ikram Ijaz d Nomanulhaq Nomanulhaq. Ecco cos’ha riferito Hasnain il 10 marzo, rispondendo al procuratore capo Calogero Gaetano Paci e al pm Laura Galli.

L’amore proibito

Hasnain ha detto che Saman, una volta ritornata dalla comunità di Bologna a Novellara, gli aveva riferito che il motivo del suo rientro era Ayub Saqib, il fidanzato che i genitori della 18enne respingevano e che ora si è costituito parte civile nel processo.

Secondo lui, Saman era molto legata alla religione: pregava tre volte al giorno con la madre, ma poi aveva smesso perché il padre Shabbar beveva e spesso interrompeva le due donne ubriaco. Hasnain commenta anche un altro dettaglio emerso nei mesi scorsi. Sulla foto di Saman con un livido sulla guancia, che gli sarebbe stato procurato da un cugino di Novellara, Hasnain riferisce che era trucco, come lei stessa gli aveva detto.

L’uscita con le pale

Hasnain viene poi incalzato su quelle famose notti in cui le telecamere avevano ripreso lui e i suoi cugini aggirarsi nei campi prima dell’omicidio. E dice che il 29 aprile 2021 il titolare dell’azienda agricola Bartoli li aveva chiamati per tornare a lavorare. Alla fine sono usciti tutti insieme (lui e i cugini), lavorando un’ora e mezzo divisi tra le serre, ma sono rimasti fuori più tempo del previsto perché si sono fermati a riposare sotto i teloni mentre pioveva. Alla sera del 29 sono entrati in casa, Saman gli avrebbe offerto riso e pollo, e poi Hasnain sarebbe uscito per recuperare la giacca di Nomanulhaq che aveva dimenticato nei campi, insieme a lui.

La notte dell’omicidio

La sera del 30 aprile 2021 Hasnain dice di aver spento il telefono alle 22.30 e di essersi poi addormentato. I due cugini lo avrebbero chiamato dicendo che c’era stato un litigio e ci era scappato un morto. Poi hanno fatto un percorso particolare: i cugini gli hanno detto che serviva per evitare le telecamere dell’azienda, ben conosciute dagli indagati. Davanti a casa Abbas, Hasnain dice di aver visto "Saman morta, con il collo strano, stretto". Sempre a suo dire, i cugini avevano guanti in mano e hanno detto che era stata la madre.

Nazia a quel punto avrebbe chiamato i fratelli in Pakistan per lamentarsi e tutti si sarebbero arrabbiati. Tutti ma non Danish, perché Saman gli aveva detto che la sua fiducia questa volta non sarebbe stata tradita.

Hasnain racconta che voleva chiamare i carabinieri quella stessa sera, ma né lui né gli altri avevano il cellulare. Gli altri dissero di andare a bussare a casa della famiglia e farsi dare un telefono, così avrebbero detto che era stato proprio lui a ucciderla. Poi i cugini hanno preso Saman morta, l’hanno appoggiata davanti al casolare e sono andati a prendere le pale. Danish riferisce di non aver partecipato allo scavo, ma di aver ’solo’ spostato a mani nude la terra a lato perché non ricadesse dentro la buca. Poi dice di essere tornato da Saman e di non aver visto cosa stessero facendo i cugini, rientrati secondo lui dopo un paio d’ore. Poi Nomanulhaq avrebbe preso i documenti di Saman: successivamente avrebbe riferito di averli bruciati nela stufa. Diche che qualche giorno prima del rientro di Saman dalla comunità altri documenti erano stati bruciati, ma che non ricorda quali.

La fuga

Il mattino dopo, il primo maggio 2021, Hasnain racconta che tutti assieme (lui e i due cugini) sono andati dagli Abbas. Lui ha abbracciato il fratello minore di Saman e ha pianto. Ha detto di aver saputo il 30 aprile da un parente residente a Novellara della partenza degli Abbas per il Pakistan, ma non era andato a salutarli per un litigio pregresso sulle buste paga. Danish Hasnain ha anche provato a dare una spiegazione ad alcune frasi scritte il primo maggio a sua moglie in Pakistan. Con l’espressione tradotta come ‘Abbiamo fatto un lavoro fatto bene’, Danish si riferiva ai documenti scritti bene e al fatto che lui poteva stare qui. Sulla fuga da Novellara, lo zio di Saman dice di essersi incontrato con gli altri a Imperia. Secondo lui, era stato chiamato da loro perché volevano ucciderlo per il suo buon rapporto con Saman e perché era d’accordo sulla sua storia con Saqib. A pensarci bene, ha detto, la buca era troppo grande per una sola persona.