Il caso stazione, la rivolta: “Degrado e coltellate, ci vuole l’esercito”

Nelle ultime ore un altro barista minacciato di morte da un clandestino. La professoressa pendolare: "Dopo le 20 questa è terra di nessuno". Garage scassinati per trovare riparo, prezzi delle case in caduta libera

La prof Nunziata D’Abbiero (nel riquadro), pendolare tra Reggio e Parma, dove dirige Radiologia oncologica e i controlli di polizia

La prof Nunziata D’Abbiero (nel riquadro), pendolare tra Reggio e Parma, dove dirige Radiologia oncologica e i controlli di polizia

Reggio Emilia, 5 marzo 2024 – «Un teatro di guerra che rischia di diventare come il Bronx di New York, ma quello vero, degli anni ’70 e ‘80" dice, Andrea Galeotti, amministratore condominiale che gestisce diversi immobili in zona. "Se si continua così, ben presto ci saranno gravi problemi igienico-sanitari, in quelle vie", aggiunge Nunziata D’Abbiero, che dirige la Radioterapia-Oncologica dell’ospedale di Parma.

La prof Nunziata D’Abbiero (nel riquadro), pendolare tra Reggio e Parma, dove dirige Radiologia oncologica e i controlli di polizia
La prof Nunziata D’Abbiero (nel riquadro), pendolare tra Reggio e Parma, dove dirige Radiologia oncologica e i controlli di polizia

Due foto amare e tristi della zona della vecchia stazione di Reggio Emilia; un quartiere che negli anni passati sembrava avviato a una lenta risalita, prima di tornare a essere tempio di degrado e violenza dopo che una vasta umanità di sbandati senza fissa dimora e prospettive è stata scacciata dalle Ex Officine-Reggiane, dove è in corso un profondo restyling edilizio-culturale, finendo per scegliere, come spazio di vita quotidiana, le vie intorno all’edificio ferroviario. Risultato? Tre omicidi in meno di un anno, furti, risse a suon di coltelli e bastoni, vandalismi, gente che urina o defeca negli androni dei condomini o sui muri degli stabili. Per tacere delle cantine prese d’assalto e scassinate per trovare un posto tranquillo dove fumare crack o delle baby-gang all’opera con cani feroci per incutere timore. Sabato l’ultimo episodio: un barista minacciato con un coltello da un nigeriano senza fissa dimora che non voleva pagare il conto.

Un quadro a tinte foschissime che ha visto la morte di Mohamed Alì Thabet, tunisino, 18 anni, la cui giovane vita è stata spezzata a coltellate sulla banchina della stazione; poi quella dell’indiano Singh Amrik, 46 anni, e del suo connazionale Sing Sukhninder, ammazzati di botte in una faida tra clochard, per un semplice giaciglio notturno o per un avanzo di cibo. Una "umanità dolente e clandestina che si aggira per la città in cerca di riparo e dignità – la definisce la professoressa D’Abbiero in una lettera al nostro giornale – povere vittime di guerre, di torture e naufragi, di fame e povertà, per poi finire nel peggiore degli inferni, in balia di mafie di colori diversi". Uomini a cui la professionista cerca di portare aiuto, ma che pure teme, conducendo una vita da pendolare e avendo scelto di vivere a Reggio, dal 2014, proprio vicino alla stazione Fs, per comodità. Certo non immaginava che si sarebbe trovata catapultata in una situazione dove il rischio quotidiano della vita non è un’iperbole. "Da una certa ora in poi – scrive – ecco la terra di nessuno. Dopo le 20 non ci sono più nemmeno i taxi. Le donne hanno paura. L’esercito sarebbe un deterrente", afferma, ma la vera soluzione sarebbe un impegno reale di tutte le istituzioni coinvolte.

Anche perché l’aver mal gestito il fenomeno ha ripercussioni anche economiche, ad esempio sui prezzi degli immobili, in caduta libera. "Un appartamento oggi lo si vende, anzi lo si svende – spiega Andrea Galeotti – alla metà di quanto valeva 10 anni fa". Perfino le ditte di pulizie rinunciano all’appalto dopo che loro operatrici sono state aggredite.

Vi è poi il fondato timore che gli sbandati possano aumentare di numero e incrementare gli atti violenti, prendendo di fatto possesso della zona. Le soluzioni? Affidate a tavoli istituzionali che sinora molto hanno discusso ma poco hanno prodotto e, come dicevano i latini, "mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata".