ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Tentato omicidio fuori dalla discoteca: chiesti 16 e 9 anni per due ventenni

II 20enne modenese Giuseppe Checchia subì un’aggressione fuori dal Rockville di Castellarano (Reggio Emilia) e rimase in coma 17 giorni. Il pm: “La condotta dei due imputati mirava esclusivamente a uccidere”

Castellarano, tentato omicidio ai danni di Giuseppe Checchia. L'avvocato di parte civile Marco Augusto Pellegrini con il suo assistito Giuseppe Checchia

Castellarano, tentato omicidio ai danni di Giuseppe Checchia. L'avvocato di parte civile Marco Augusto Pellegrini con il suo assistito Giuseppe Checchia

Castellarano, 14 marzo 2024 - Si è tenuta stamattina in tribunale a Reggio la discussione delle parti nel processo con rito abbreviato (condizionato alla perizia medico-legale) sulla grave aggressione subita da Giuseppe Checchia, 20enne modenese, all'uscita dalla discoteca 'Rockville', nella notte del 9 ottobre 2022, a Castellarano. Secondo la ricostruzione dall'accusa, Checchia sarebbe stato colpito al viso prima con un pugno e poi alla testa da un sasso scagliato a breve distanza a seguito di una lite scoppiata fuori dal locale, per poi cadere a terra: rimase in coma 17 giorni ed ebbe conseguenze anche nei mesi successivi.

Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, il pubblico ministero Maria Rita Pantani ha chiesto pene severe, comprensive dello sconto di un terzo, per i due giovani accusati di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa del giovane colpito. La domanda è di 16 anni di condanna per il 22enne Daniele Eugenio Vernucci, di Sassuolo, colui che avrebbe lanciato il sasso, a carico del quale è stata ravvisata la recidiva reiterata, e 9 anni per il 19enne Kevin Coppolecchia di Castellarano; secondo il pm non vanno loro riconosciute le attenuanti generiche. Entrambi sono in custodia cautelare agli arresti domiciliari, Vernucci ha anche il braccialetto elettronico.

"Il sasso viene pacificamente descritto da tutti come un enorme sasso, e non poteva essere un sassolino visto la devastazione causata alla parte offesa – ha sostenuto il pubblico ministero –. Secondo i testimoni, non fu scagliato per errore o di striscio, ma preso prima, quindi con l'intenzione di fare il gesto violento e gettato a brevissima distanza contro la testa del giovane. Il pugno al volto non è di striscio perché i periti riferiscono di un colpo in pieno viso e abbiamo evidenze chirurgiche e medico-legali con fratture al naso compatibili col pugno. La condotta posta in essere dai due imputati mirava esclusivamente a uccidere: accettarono il rischio che la loro azione potesse portare alla morte”.

Parola poi all'avvocato di parte civile Marco Augusto Pellegrini, affiancato in aula dal suo assistito Giuseppe Checchia, che ha avanzato una domanda di provvisionale pari a circa 100mila euro, frutto del calcolo tabellare su 17 punti di danno da invalidità permanente e quattro mesi di invalidità temporanea. Infine l'arringa dell'avvocato difensore Roberto Ghini per entrambi i giovani, che ha definito 'approssimativa' la ricostruzione dei fatti della Procura e della parte civile: "Nessuno vide calci in faccia”. E poi: “Due testimoni videro il sasso a terra, non lanciato. Non è neppure vero che Checchia rimase da solo e fu circondato. A una certo punto si vede che dall'auto dei modenesi fu lanciato qualcosa verso i sassolesi”. E cita le risultanze dell'analisi del medico legale: “A domanda della difesa, non ha potuto escludere che l'ematoma riportato da Checchia fosse dovuto all'impatto col suolo”. Lui sostiene che non si trattò di tentato omicidio, ma di lesioni; oltre all'insussistenza delle aggravanti contestate e la richiesta di attenuanti generiche. Rinvio al 27 marzo per repliche e sentenza