Ecco Sakota, il salva squadre in difficoltà

Il nuovo coach ha un grande curriculum e negli ultimi anni è subentrato in corsa, riuscendo a cambiare il corso dei campionati

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di Cesare Corbelli

Idee chiare, rigore tipico della scuola slava e schiettezza da vendere: il nuovo coach Dragan Sakota è un tipo che vuole svoltare, partendo dalla testa dei giocatori per fargli ritrovare fiducia nei propri mezzi. "Prima di tutto, voglio ringraziare la presidentessa e tutta la società per avermi dato questa opportunità. Ho già lavorato in Italia, seppure qualche anno fa, e ho grande rispetto per la tradizione del basket italiano. Non credo sarà difficile per me adattarmi, il basket ha un solo linguaggio e ho l’esperienza per calarmi in questa nuova avventura".

Ha visto la partita ad Atene. Che idea si è fatto della squadra?

"È un’impressione parziale perché la squadra non era al completo, anche se nel primo tempo è stato espresso un basket soddisfacente. Al di là di quel match, ho visto la Unahotels per la prima volta nella gara di andata contro l’Aek e poi ho visto altre cinque-sei partite, quindi ho già le mie impressioni. Ritengo che in questo momento non si debba essere negativi: parlerò con i giocatori per convincerli che, con qualche piccolo aggiustamento, si possa migliorare molto".

Quali sono le prime cose che un coach deve fare in queste situazioni?

"Nell’ultimo periodo della mia carriera, sono arrivato sempre a stagione in corso e ho tanta esperienza di queste situazioni. All’inizio bisogna stare attenti a non creare confusione. Devo fare dei cambiamenti, i ragazzi devono capirmi e io capire loro: ci vorrà qualche settimana. Il basket non è il calcio, non si cambia in un giorno, non entri nella testa dei giocatori in un giorno: devi insegnare cose nuove, convincerli di quello che stai facendo e creare fiducia in loro".

Le prime partite offrono sfide improbe: Milano, Venezia, Bonn

"Siamo fortunati ad avere questo calendario! A parte Bonn, il cui match ha un peso importante, è un’occasione per migliorarci e il mio obiettivo è rendere la squadra migliore. Non posso dire cosa succederà in termini di risultati, ma voglio creare un sistema di cooperazione con i giocatori in modo che imparino i miei insegnamenti: se questo succederà, allora arriveranno i risultati. È anche vero che, in questo momento, abbiamo un problema di organico, arriverà un play-guardia".

Cercate un giocatore simile a Cinciarini?

"Non è facile trovare un giocatore: in questo momento, tutta Europa sta cercando atleti in quel ruolo. Credo, però, che debba arrivare un giocatore complementare, cioè un play che abbia anche caratteristiche realizzative come guardia. Sarà molto utile per noi, in questo momento non c’è equilibrio nella squadra".

Conosce già qualche giocatore della Unahotels?

"Diciamo che conosco quasi tutti, anche se non personalmente. Ho giocato contro Cinciarini, Hopkins e Burjanadze. Ma ora dobbiamo andare piano perché giochiamo domenica e non c’è molto tempo, abbiamo qualche infortunio e dobbiamo organizzarci per essere il più competitivi possibile in partita. Il vero lavoro inizierà dopo il match contro Milano".

È vera la sua fama da "duro"?

"Su questo può rispondere Dalla Salda e dirvi cosa gli ha scritto Kevin Punter, un mio ex giocatore".

Il microfono passa quindi all’ad biancorosso.

"Punter è stato con me quando ero alla Virtus e, prima di firmare il coach, ho raccolto alcune informazioni anche da lui, visto che Kevin è stato sia all’Aek che alla Stella Rossa con coach Sakota che lo portò in Grecia, prendendolo da una piccola squadra polacca. Punter mi ha risposto che per coach Sakota giocheresti gratis, ti da tanta fiducia e ti mette nelle condizioni di giocare bene".

Però la risposta la conclude il neo coach biancorosso con una battuta.

"Ora è facile per Punter rispondere così, dopo tutto quello che ha guadagnato!".