Fuggì dall’Africa, ora gioca nella Bagnolese

A 10 anni abbandonò da solo la Guinea. In pullman tra Mali, Tunisia e Marocco, poi l’imbarco per l’Europa. Lavora per la coop L’Ovile

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di Claudio Lavaggi

Un’avventura a lieto fine, ma comunque una bella avventura, se pensate che un bambino di 10 anni scappa da casa in una cittadina della Guinea (6.400 chilometri dalla nostra città) e dopo un paio d’anni in giro per Africa ed Europa arriva finalmente a Milano e poi a Reggio. Infine veste la maglia di giocatore di calcio e viene tesserato proprio ad inizio anno dalla Bagnolese che lo schiera nel campionato Juniores Nazionale. E il futuro è tutto ancora da scrivere.

E’ la storia di Adama Sidibe, nato a Conakry, capitale della Guinea, il 26 dicembre 2003. Un’adolescenza di fuga, di paura e poi di integrazione e riscatto. Ma il resto ce lo racconta lui stesso in un buon italiano. "In famiglia subivo maltrattamenti da una persona che non era mia madre e non ce la facevo più. Sono partito su un pullman in direzione Mali, poi sono arrivato in Tunisia in un viaggio durato alcune settimane. Di nuovo in pullman verso il Marocco dove sono riuscito a imbarcarmi per la Spagna".

Ma con ulteriori problemi?

"Sì, il barcone ha finito il carburante e si è fermato in mezzo al mare. Siamo rimasti lì un giorno, fino a che non ci ha prelevato una barca spagnola, portandoci a terra, ad Almeria".

Primo obiettivo raggiunto?

"In un certo senso sì, già sulla barca molti pensavano di arrivare in Italia e si facevano i nomi delle città di Parma e Reggio dove si diceva che fosse più facile trovare un lavoro. In Spagna, anche grazie alla Croce Rossa, ho avuto un lasciapassare per tutta l’Europa e sono arrivato a Milano. E poi a Parma e da quando ero uscito dalla Guinea erano già passati due anni. A Parma ho chiesto come arrivare a Reggio, perché sapevo che c’era il fratello di un amico che lavorava e così sono arrivato qua".

Ma con quali pensieri? Jeans firmati, cellulari di ultima generazione?

"Niente di tutto questo, guardi, il mio unico pensiero era quello di poter giocare a calcio in Italia, sono partito con quell’intenzione e qui ho iniziato a coronare un sogno".

Tifoso di ...?

"Juventus, ma anche Roma, dove gioca Amadou Diawara che è del mio paese e che per me è un vero idolo".

Ma qui la storia come è andata avanti?

"Sono andato a scuola e ho ottenuto la qualifica di elettricista, ho fatto uno stage, un tirocinio e adesso ho firmato il mio primo contratto di lavoro con la cooperativa L’Ovile".

E l’obiettivo calcio?

"Sempre nei miei pensieri: ho giocato un po’ nelle giovanili di Santos, Ambrosiana, Reggio Calcio e ora il primo tesseramento con la Bagnolese, anche per l’intervento di Primo Bertani che mi segue da anni e del d.s. Vigliotta. Ho giocato solo qualche partita nella juniores e poi le prime gare del Cavazzoli. Purtroppo ho avuto un risentimento e non ho giocato semifinale e finale".

Ruolo?

"Centrocampista; sono alto 1,84, credo di avere anche un buon tiro. Mediano o mezzala, non importa, basta giocare".

Lo farà ancora nella Bagnolese?

"Quest’anno i 2003 escono di categoria, con la società non ho ancora parlato, però io vorrei giocare. A questo punto o sarò aggregato alla squadra di Serie D, oppure dovrò scendere in Eccellenza o in Promozione. Ancora non abbiamo deciso niente. Devo dimostrare le mie qualità, perché il mio sogno è quello di entrare, prima o poi, tra i professionisti".