"Sono state davvero tre splendide giornate di gare – dice il reggiano Giorgio Lamecchi che è il presidente nazionale della specialità lancio del ruzzolone –: abbiamo portato sul nostro Appennino oltre 1.500 persone e poco male che i reggiani non abbiano raccolto tanto a livello di medaglie".
Erano i campionati italiani di questo sport tradizionale, che consiste nel far rotolare un disco di legno su un percorso prestabilito.
Si sono disputati negli impianti di Toano e Colombaia di Carpineti con la presenza di 544 atleti un po’ da tutta Italia, ma Modena ha letteralmente dominato la piazza.
"Già, è proprio così, c’è da dire che loro sono in tanti e poi anche molto forti. E’ vero, hanno dominato vincendo nove gare su dieci e lasciando alla coppia di categoria A di Viterbo l’unico successo. E molti podi sono interamente tutti modenesi".
A Reggio cosa è rimasto?
"In pratica in questo sport si arriva alla semifinali, poi c’è la finale per il primo e secondo posto, mentre le perdenti guadagnano il terzo posto ex aequo.
A noi è rimasto il terzo posto di Costantino Montelli della società Cavola Scandiano che si è fermato proprio in semifinale".
Altri risultati reggiani?
"Beh, nella coppia B, Pasquale Filippi e Corrado Caselli si sono fermati appena giù dal podio, ma a livello di gruppo noi reggiani eravamo ben 45, tra ASD Toano, Asd Colombaia Carpineti e Asd Cavola Scandiano".
Ha usato il plurale maiestatis? "Non proprio: ho gareggiato anch’io nella categorie Coppie A, sì, poteva andare meglio, ma anche peggio".
Ci fa un ulteriore riepilogo delle tre giornate?
"A tratti ha piovuto, ma non ci ha infastidito… eravamo troppo concentrati. C’erano oltre quaranta giovanissimi, le regioni rappresentate erano sei, undici le province.
Abbiamo avuto anche un bel pubblico che ci ha sostenuto e poi devo ringraziare in particolare i sindaci di Toano e Carpineti oltre a Sport Valley Emilia Romagna.
Ora pensiamo già alle gare internazionali che si svolgeranno a Perugia a fine mese e che vedranno la presenza di numerosi sport tradizionali".
Claudio Lavaggi