"Lecce nervoso, la Regia può farcela"

Il doppio ex Alberto Di Chiara ’gioca’ per noi la partita di domani sera allo stadio Giglio "I pugliesi sono obbligati a vincere se vogliono salire in A mentre ai granata può bastare il pari"

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di Giuseppe Marotta

Alberto Di Chiara, lei è un doppio ex di Reggiana e Lecce: che partita prevede domani?

"La Reggiana ha bisogno di muovere la classifica, la vedo mentalmente più preparata alla battaglia rispetto al Lecce: i salentini a livello tecnico sono favoriti, però alla luce degli ultimi risultati non tira un’aria tranquilla, hanno pareggiato in casa 0-0 con l’Entella ultima della classe, sono un po’ nervosi. Saranno obbligati a vincere, mentre alla Reggiana potrebbe andare anche bene un pari e penso abbia lo spirito giusto per fare punti".

Obiettivo salvezza: come vede i granata in quest’ottica?

"La premessa è d’obbligo: senza tifosi il fattore campo perde valore, è una variabile da considerare perché rende in un certo senso tutte le partite ’uguali’, puoi fare più punti fuori. Credo inoltre che in generale non vi siano grosse individualità nel campionato: avere compattezza, buona preparazione fisica e organizzazione fa la differenza, e credo che siano tutte cose che caratterizzino la Reggiana, seppur sia stata un po’ altalenante".

C’è qualche giocatore in particolare che ammira?

"Di solito si risponde con gli attaccanti: dico Ardemagni, che finalizza le manovre della squadra. Però, anche in chiave Lecce, come dicevo prima, è più importante il gruppo; mister Alvini diverse volte spingendo sul lato caratteriale ha risolto situazioni difficili. Voglio dire che non c’è quella differenza abissale, con spirito e compattezza puoi giocartela alla pari".

La Reggiana quindi lotterà fino all’ultimo.

"C’è equilibrio, la Serie B è lunga, incerta, c’è il Covid, che ha colpito pesantemente proprio la Reggiana, però penso che abbia tutto per farcela".

Un tuffo nel passato: ha giocato a Reggio in B nella stagione 1982-83, che finì con la retrocessione. Che ricordi ha?

"Tutto va contestualizzato, quello era un calcio d’altissimo livello, dalla A alla C. Avevamo una squadra fortissima, con gente come Andrea Carnevale, per citarne uno: oggi ci giocheremmo tranquillamente la promozione. L’anno prima nella Roma ero un po’ ‘l’enfant prodige’, con l’esordio a 16 anni in A; la Reggiana è stata il trampolino di lancio, ero un 18enne e Reggio mi ha formato caratterialmente".

Ha ancora legami con la città? "Dopo Reggio sono stato tre anni a Lecce, e poi cinque stagioni al Parma, quindi lì vicino, dove mi sono distinto da fluidificante di sinistra. Ho avuto la fortuna di giocare contro la Reggiana in un derby in A, quando in granata c’era Futre. Comunque mi è capitato di passare da Reggio: ho un ricordo ottimo, da voi si vive benissimo".

E oggi cosa fa nella vita?

"Tante cose. Ho fatto il dirigente nel Perugia di Gaucci, poi per due anni l’agente sportivo. Dopo ho iniziato una carriera da opinionista, collaborando con Sky, Mediaset, Telemontecarlo. Sono anche giornalista pubblicista grazie a una collaborazione passata con La Nazione: oggi dirigo ’Infospettacoli’, giornale che si occupa di eventi. Ho un legame forte con ’Italia7’, un canale regionale di Firenze, dove vivo con i due miei figli. Infine, ci tengo a dire che a Scandicci ho una scuola calcio, Alberto Di Chiara Academy: è un orgoglio perché ci sono circa 200 ragazzi".

Non scappa dalla fatidica domanda: chi tifa tra Reggiana e Lecce?

"A Lecce ho vissuto la prima promozione in A nella storia del club, ho un legame speciale. Diciamo che mi auguro che il Lecce vada in A e che la Reggiana si salvi".