Alpini a Rimini, l'accusa: "Decine di donne molestate". Loro: "Nessuna denuncia"

Il collettivo femminista: "Una quarantina i casi, anche sui social". Interviene anche la vicesindaca Chiara Bellini. Il presidente dell'Ana, Favero: "A noi non risulta nulla"

L'Adunata degli Alpini è iniziata a Rimini il 5 maggio (foto generica)

L'Adunata degli Alpini è iniziata a Rimini il 5 maggio (foto generica)

Rimini, 7 maggio 2022 - La polemica è scoppiata a poche ore dal gran finale: la sfilata di domani sul lungomare, che concluderà la 93esima Adunata nazionale degli Alpini in corso a Rimini. Secondo il collettivo femminista 'Nonunadimeno' sarebbero già stati una quarantina i casi di donne molestate dagli alpini. Il gruppo ha raccolto le segnalazioni tramite i social e le ha pubblicate sulla pagina Instagram. Ecco alcune delle testimonianze raccolte.

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"L'altra sera mentre andavo in bici mi hanno fermata cercando di farmi entrare in un capannone, io sono scappata pedalando più veloce". "Stavo facendo il sottopassaggio di viale Principe Amedeo e c'era questo gruppo di alpini ubriachi, mi sono sentita in pericolo". "Ieri nel tardo pomeriggio, rientrando a casa a piedi, sono stata molestata da alcuni alpini che mi ha urlato: 'ciao bella f... perché non vieni con noi' con gesti eloquenti rispetto a quello che avrebbero voluto fare". Secondo le attiviste, in poche ore sono arrivate 36 testimonianze sui socialDel collettivo femminista fanno parte anche Manila Ricci e altri esponenti del centro sociale Casa Madiba. Ma sui social altre donne riminesi hanno raccontato di aver subito sguardi e parole di troppo dagli alpini.

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Un tema che ha voluto prendere di petto la vicesindaca di Rimini Chiara Bellini: "Ritengo che non si debba accusare mai un gruppo o una categoria di persone solo perché fanno parte di essi alcuni poco di buono, delinquenti o molestatori. Sarebbe come dire che tutti i tifosi di calcio sono ultras violenti, o che una particolare nazionalità denoti propensione a delinquere solo perché a essa appartengono individui che hanno compiuto reati”. Per la Bellini "vanno condannati senza se e senza ma, sono certi atteggiamenti sessisti, molestie verbali, commenti non voluti o graditi alle donne. Nessun uomo è autorizzato a farli, con o senza cappello con la penna". Per la vicesindaca è bene allora che "che i rappresentanti dei gruppi alpini presenti in città monitorino il comportamento dei loro appartenenti e che diano segnali chiari su un corretto e rispettoso atteggiamento da tenere nei riguardi delle donne e delle persone in generale. Per questo ho chiamato l’organizzazione e fatto presente le segnalazioni di alcune donne, perché il comportamento sbagliato di alcuni potrebbe nuocere anche alla buona reputazione e al senso civico degli altri. Le forze dell’ordine e la sicurezza ci sono, e se si verificassero degli episodi di molestia questi dovrebbero essere sempre segnalati".  "Cari alpini - conclude la Bellini - siete i benvenuti e confidiamo in voi perché certi individui che cercano di macchiare il vostro buon nome siano tenuti a bada!". 

La polemica sulle presunte molestie è stata affrontata questa mattina, dopo che il caso era scoppiato da alcune ore, anche da Sebastiano Favero, il presidente dell'Ana, l'Associazione nazionale degli alpini. "Ne ho parlato con il sindaco Jamil Sadegholvaad. A noi non risultano né denunce, né segnalazioni. Siamo abituati a ragionare sui fatti. Se ci sono donne che hanno subito molestie, è giusto che vadano a denunciare. Ma al momento non c'è stata alcuna denuncia. Noi alpini siamo goliardici, ma siamo rispettosi di tutti e interveniamo sempre se qualcuno dei nostri esagera".