Alpini a Rimini oggi: chi sono e cosa fanno

Abbiamo chiesto al presidente dell'Ana, il tenente Sebastiano Favero, di raccontarci le caratteristiche che contraddistinguono le 'penne nere'

Il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero

Il presidente dell'Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero

Rimini, 6 maggio 2022 - È iniziata l'Adunata degli Alpini 2022, il grande evento che vede sfilare per le strade di Rimini circa 80.000 penne nere (qui l'elenco delle strade chiuse). La città romagnola, per l'occasione, è stata 'vestita a festa' con le bandiere tricolore e una 'maxi penna' in piazza Malatesta.

Quelle degli Alpini sono truppe altamente specializzate, che si contraddistinguono dal resto dell'Esercito Italiano per il forte legame con la montagna. Nato nel 1872, il Corpo venne impiegato in particolar modo durante la Prima Guerra Mondiale al confine con l'Austria. Ancora oggi le Truppe Alpine sono a servizio della comunità con una propria Protezione Civile e la sezione Sanità Alpina, mentre l'Ana (Associazione Nazionale Alpini), i cui membri sono penne nere non più in servizio, resta a contatto con le nuove generazioni con campi scuola e iniziative di solidarietà. 

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Ma cosa rende un alpino tale? E da cosa nasce questo forte senso di appartenenza che spinge i cappelli pennati ad incontrarsi ogni anno? Lo abbiamo chiesto al Presidente dell'Ana, il tenente Sebastiano Favero

Quali sono i valori fondamentali degli Alpini?

"Sicuramente il senso di appartenenza alla Patria, la famiglia e la solidarietà sono i punti cardine. Quest'ultimo in particolare è un valore presente anche nella Costituzione degli Alpini. I cappelli pennati, storicamente così come in tempi recenti, si sono messi e si mettono a disposizione della comunità in base alla nacessità del momento: dalle calamità naturali all'emergenza Covid, agli aiuti per la popolazione ucraina di queste settimane. Gli Alpini sono per la pace, che consideriamo un bene da non dare per scontato e da trasmettere. Sono valori che nascono tra le montagne, le quali richiedono di fare cordata, ovvero di rimanere uniti. Da ciò nasce il sentimento collettivo presente anche all'Adunata". 

Perché l'Adunata è un momento così importante per voi?

"È un momento di solidarietà anche economica (vengono fatte cospicue donazioni ai comuni ospitanti). Ci si incontra tutti: per gli alpini l'anno non è quelo solare ma è quello tra un'adunata e l'altra. Sono passati due anni dall'ultima volta, ma con questo nuovo incontro si rinsalderanno tutti i legami. Non è un caso se l'Associazione Nazionale conta 340.000 soci. Tra i membri si respira un'aria di felicità, di effervescenza collettiva e di allegria. Riunirsi è sempre un bel momento". 

Per quale motivo un alpino resta tale per tutta la vita?

"Un alpino rimane alpino per tutta la vita perché la fratellanza ci unisce per sempre. Vedere una penna nera significa riconoscere un amico vicino e penso che questo valga anche per la popolazione che ci vede da fuori. Gli Alpini riescono a trasmettere all'esterno un senso di sicurezza, affidabilità e disponibilità". 

E qual è il significato della penna sul cappello? 

"Il cappello con la penna è l'elemento rappresentativo della divisa e indica il grado. Si usa una penna di corvo nera per i soldati e i sottufficiali, una penna d'aquila marrone per gli  ufficiali inferiori (da sottotenente a capitano), mentre per i generali e gli altri superiori è una penna d'oca bianca. Io ho la penna d'aquila perché sono tenente, per me simboleggia il guardare in alto verso il cielo, per poi aiutare tutti". 

Come vi rapportate alla montagna che per voi è così importante?

"Il rapporto è storicamente molto stretto, con ricordi di episodi risalenti alla Prima Guerra Mondiale o al più recente Disastro del Vajont, occasione in cui gli alpini si sono messi a servizio della comunità. Al giorno d'oggi la nostra presenza è di supporto nei rifugi (ne sono un esempio quelli sulla Marmolada e sui Monti Sibillini) e di preservazione dei sentieri grazie a una costante collaborazione con il Cai (Club Alpino Italiano). La montagna è casa. Saperla vivere andrebbe insegnato e trasmesso. Gli Alpini, infatti, organizzano campi scuola per insegnare praticamente com'è la vita montana. Oltre allo studio nozionistico, le nuove generazioni hanno bisogno di strumenti pratici per viviere a contatto con la natura (e in montagna nello specifico ndr)". 

Perché gli alpini si contraddistinguono? 

"La nostra associazione è composta da 4.312 gruppi nel territorio italiano e 29 sezioni all'estero. Un'organizzazione capillare che ci permette di essere presenti sul territorio. Le istituzioni locali ci conoscono e sanno che possiamo collaborare nei momenti di necessità. Stiamo studiando protocolli di intesa per far sì che le amministrazioni cooperino con gli alpini per la cura del territorio, in particolare quello montano". 

E come saranno le nuove generazioni che si arruoleranno?

"Fondamentali il senso del dovere e del sacrificio, ma soprattutto lo spirito di solidarietà, per i quali i nuovi membri devono distinguersi. Noi spingiamo per un servizio obbligatorio, non necessariamente militare, ma di servizio civile, che trasmetta ai giovani il valore del mutuo aiuto".